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SANTA PASQUA 2013

Dondi, Santa Pasqua 2013

Carissimi,
inizio questa lettera in un momento storico particolare: Italia senza governo e Chiesa senza Papa.
Con una grossa differenza però. Mentre per sbrogliare la complessa realtà politica italiana ci vorranno tempi lunghi e trattative sofisticate, per fare un Papa nuovo basteranno pochi giorni di Conclave.
Per mettere d’accordo i Cardinali venuti da ogni parte del Mondo (ben 48 Paesi sono rappresentati), entrerà in gioco una Forza Speciale che va ben oltre le tante speculazioni di che impazzano sulla Stampa e su Internet. Ma state tranquilli: il destino della Chiesa è in mano a Qualcuno che ha a cuore il bene dell’Umanità e non solo una manciata di elettori. Per cui niente paura. Prima ancora che questa lettera vi raggiunga a casa, avremo il Papa giusto, non importa di che colore e di che origine geografica. E nel giorno di Pasqua lancerà al Mondo il messaggio di Speranza del Cristo Risorto!
        E sarà festa per tutta l’Umanità.

 

 

Cronaca del Congo

       Dopo la grave crisi del Novembre 2012, con l’occupazione della Città di Goma (nella Provincia del Nord Kivu) da parte dei Ribelli del Movimento M23, le pressioni internazionali (meglio si dovrebbe dire: gli interessi internazionali) hanno portato sia i Ribelli sia i Governi del Congo, del Rwanda e dell’Uganda ad un Dialogo che si è recentemente concluso ad Addis Abeba il 24 febbraio scorso. La scenografia per la firma degli accordi di Pace è stata imponente: ben 11 Capi di Stato e responsabili della Regione dei Grandi Laghi, con la benedizione del Segretario delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon. Le promesse sottoscritte da tutte le parti in causa sono state solenni: mai più sostegno armato a nessun gruppo di ribelli (ce ne sono un numero indefinito e provenienti da tutti gli stati confinanti con il Congo); rafforzamento della presenza della MONUSCO (le truppe internazionali dell’ONU); creazione di una forza speciale di intervento più efficace di quelle attuali. Oggi ben 17.000 caschi blu, con un budget annuale di oltre un miliardo di euro, sono incapaci di garantire la pace e di proteggere la popolazione.
       Ma qui nessuno si fa eccesive illusioni. Di accordi simili ne hanno già  firmati a decine.
Da oltre vent’anni tutto l’Est del Congo è in balia di gruppi guerriglieri che annullano il potere dello Stato, distruggono le Istituzioni sociali, (Scuole e Ospedali) massacrano la popolazione innocente e creano migliaia di rifugiati interni.
       Già dall’Agosto 2012 i Vescovi del Congo hanno denunciato con parole severe il pericolo di una “balcanizzazione”, cioè la perdita di alcuni pezzi  dell’Est del Paese. L’incapacità cronica dell’Esercito congolese di controllare i numerosi focolai di ribellione, crea la diffusa convinzione che le Provincie del Kivu Nord e Sud e parte della Provincia Orientale (dove siamo noi),  siano ingovernabili e meritino una separazione dall’Amministrazione Centrale dello Stato. Per il Congo questo è inaccettabile. Ma gli intrighi degli Stati confinanti: Uganda, Rwanda, Burundi e il loro sostegno logistico e militare ai ribelli continuano nonostante gli accordi internazionali, le mozioni dell’Onu e il falso embargo  sulle armi.
Qualche giornalista congolese molto critico ha scritto senza mezzi termini che proprio questi subdoli accordi internazionali  stanno mettendo le basi giuridiche per la creazione di un Stato autonomo nell’estremo Est del Congo. Le ricchezze che spariscono illegalmente dalle zone controllate dalla guerriglia sono enormi. Compagnie internazionali, Stati confinanti e briganti locali ne approfittano. Mentre i Ribelli trovano tutte le armi che vogliono per controllare il territorio. Chi paga è sempre la popolazione innocente, crocifissa e perennemente in fuga davanti alla violenza.

Missione a DONDI

       Rispetto alle Missioni degli anni passati. Dondi è un po’ diversa.
       Sicuramente meno pesante, sia per il clima, sia per il contesto sociale. Qui non siamo divorati dalle emergenze di tanti poveri e disperati. A Dondi la gente lavora molto e, in generale, sta relativamente bene. I poveri, che anche qui non mancano, sono seguiti dalle piccole comunità cristiane (CEV); noi li sosteniamo indirettamente caso per caso.
       Dato che le strutture essenziali della Missione sono ormai realizzate, a noi Missionari è affidato il compito di aiutare la Comunità cristiana a diventare “autosufficiente”; cioè capace di gestire le proprie energie umane ed economiche per risolvere i vari problemi della vita di ogni giorno.
Si tratta di una sfida lanciata dai Vescovi Africani già nel lontano 1973, e prima ancora dal Papa Paolo VI che, nel suo viaggio in Uganda, affermò con forza: ”Africani, ora siete voi responsabili della vostra Chiesa e dell’annuncio del Vangelo”!
       Noi Missionari siamo invitati a ”passare il testimone” ai preti e ai Laici africani, a formare i quadri dirigenti locali, a fare in modo che essi prendano  il volante e la responsabilità di questa Chiesa che in secolo di vita ha trasformato in positivo molti aspetti della società africana.
       Vorrei sottolineare quanto sia bello “il volto visibile”di una fede che è celebrata con una Liturgia viva e gioiosa, e con opere impressionanti nelle Istituzioni fondamentali della vita di tutti i Paesi Africani. Le statistiche mostrano chiaramente che nell’Educazione, nel Servizio Sanitario e nelle mille forme di carità organizzate il contributo della Chiesa cattolica e delle altre Chiesa Cristiane è ossigeno indispensabile che permette allo Stato di non collassare. Il Presidente dell’Angola Dos Santos, di fronte al Papa Gian Paolo II ebbe a dire che, senza la Chiesa il Paese non sarebbe esistito.
       Ma c’è una dimensione drammatica e “invisibile della fede” che è messa in discussione e sottoposta a severo giudizio da quanto avviene in troppi Paesi africani: violenze e guerre, colpi di stato, corruzione sfacciata, massacri di innocenti. I responsabili di questi drammi sono molto spesso politici, amministratori e militari di formazione e cultura cristiana. Spesso cresciuti nelle scuole e nelle Istituzioni ecclesiali; ma sono diventati insensibili alle sofferenze del loro popolo e sordi ai richiami dei loro Vescovi che chiedono radicali conversioni di rotta. Quindi che razza di Fede si sta sviluppando se non è capace di trasformare la condotta dei cristiani responsabili del bene pubblico?
       Poche settimane or sono il Comitato Permanente dei Vescovi del Congo ha inviato al Presidente Kabila e al suo Governo un duro “Memorandum” dove , con estrema durezza denunciano le enormi lacune e inadempienze a livello Politico, Sociale orologi replica [1] ed Economico in cui il Paese è costretto da una classe dirigente che sta tradendo le attese del suo popolo. Ma i Vescovi non si limitano a criticare; offrono una serie di proposte  moderne che farebbero l’onore di una opposizione intelligente.
       “Ascoltino o non ascoltino tu proclama la mia Parola” – dice il Signore al Profeta.

Missione ovunque

       E’ quello che cerchiamo di fare noi qui in Africa, con umiltà e tenacia , ed è quello che dovremmo fare tutti, anche in Italia. Vivere, ciascuno di noi, con serietà e coerenza il Vangelo di quel  Cristo crocifisso e Risorto, che ci invita a celebrare la Pasqua con Lui!.  “Dobbiamo lavorare con pazienza infinita, a piccoli passi, perché la durezza del cuore del Mondo non si dissolve facilmente ed è difficile sradicare il potere di chi è privilegiato” (R.Rolheiser).
       Da metà aprile a metà giugno sarò in Italia per controlli medici. Magari ci vediamo.
       Intanto Buona Pasqua e un grazie potente a tutti.
      P. Gianni