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SANTO NATALE 2014

By admin | dicembre 12, 2014

S.Natale 2014

Carissimi,
questa lettera di Natale nasce a 600 kilometri da Dondi, nella città di Isiro, dove, insieme ad un buon numero di Comboniani, ci siamo ritrovati per celebrare i primi cinquant’anni della nostra presenza missionaria in Congo.

Un giubileo d’oro, di martirio e di sangue. Una memoria drammatica di sofferenze inaudite che i nostri confratelli hanno condiviso con la popolazione durante la ribellione dei Simba. I primi di dicembre del lontano 1964 quattro comboniani hanno dato la vita insieme ad altri 179 sacerdoti e religiosi, fra i quali la giovane suora, ormai  Beata, Anwarite Clementina Nengapeta. Erano appena stati cacciati dal regime Musulmano del Sudan. Invece di ascoltare gli avvertimenti di chi ben conosceva la gravità della situazione del Congo, da dove la maggioranza dei tecnici, commercianti e funzionari stranieri se ne andava disperata, essi avevano insistito per essere rinviati in Missione. “Da qui non ci cacceranno facilmente”, scriveva alla mamma p. Lorenzo, appena prima di essere ucciso. Secondo Mons. Monsengwo Pasinya, attuale cardinale di Kinshasa, il sangue dei missionari, mischiato al sangue di migliaia di congolesi, ha generato un “patto di sangue” e di fraternità perenne. Il cuore del Vangelo reso visibile a tutti.

Nata nel sangue dei martiri, la Missione del Congo, sta realizzando il sogno di Comboni “salvare l’Africa con l’Africa”. Il volto della comunità comboniana sia sta tingendo sempre più di nero; i  confratelli congolesi stanno prendendo in mano le responsabilità della provincia nei settori di maggiore responsabilità. Sicuramente il nostro Santo fondatore sorride compiaciuto.

Dondi: progetti e problemi.
Anche nella nostra piccola Missione di Dondi cerchiamo di rendere visibile e concreto quell’amore che è alla radice della Missione, anche se le sfide sono ben più grandi delle nostre forze. E delle nostre contraddizioni di poveri uomini. A volte la Missione si può limitare a resistere con amore in situazioni umanamente difficili da accettare. Ma non è forse questa anche la sfida di molte persone normali e ogni discepolo del Signore?

Abbiamo in lista d’attesa, con l’aiuto della Diocesi di Piacenza e la grinta di P. Romano, la costruzione delle ultime tre aule delle Scuole elementari: poi il terreno per nuove aule sarà esaurito. Se vorremo offrire  spazio alle nuove generazioni, bisognerà pensare al doppio turno. Ma mentre in città è ormai un fatto acquisito, da noi sarebbe un bel problema. Si vedrà con calma.
Per le Scuole (soprattutto per gli Insegnanti) e per il Centro Pastorale (Catechisti e Animatori delle varie Comunità) prevediamo l’acquisto di una bella quantità di libri. Senza strumenti adeguati il loro lavoro diventa troppo faticoso. Il progetto è già stato approvato dal Consiglio Provinciale per 5.000 dollari.
Padre Egidio, un bergamasco classico e tenace, è da poco rientrato in Italia per passare Natale con la mamma che naviga verso i cento anni. Intanto incontrerà un gruppo di volontari che da anni sono impegnati per realizzare una piccola centrale elettrica a 5 kilometri dalla Missione. La turbina è già installata da tempo; il cavo ad alta tensione per il trasporto della corrente è già in posa e collaudato. A metà gennaio un gruppo di otto volontari, sempre bergamaschi, verranno per completare il lavoro del canale che porterà l’acqua per alimentare la turbina. Li guida un ingegnere dell’Enel in pensione da anni e con una esperienza internazionale formidabile. Un particolare: ha compiuto 87 anni e mantiene la grinta di un sessantenne.

A questi tre progetti impegnativi si è aggiunto un  problema serio: dobbiamo dovuto rottamare la vecchia Land-Rover che ha servito la Missione per oltre dieci anni. Non ci resta altro che trovare un altro mezzo di trasporto, anche di seconda mano, per non restar bloccati di fronte alle tante esigenze della Missione.
Provate a immaginare quanti aiuti ci aspettiamo dalla Provvidenza, nella quale il nostro Daniel Comboni aveva una fiducia illimitata. E voi sapete bene che da quasi cinquant’anni, anche per me, il volto e il nome della Provvidenza è quello dei mille amici che, come voi, condividono il mio cammino.
Natale… possibile per tutti?
In questi mesi abbiamo vissuto come voi, a distanza il dramma dei paesi africani colpiti dalla epidemia di Ebola. E naturalmente abbiamo sofferto con amarezza per il modo con il quale, chi poteva intervenire, lo ha fatto solo in ritardo e soprattutto spinto soprattutto dalla paura di essere insidiato dal virus.

Purtroppo altri virus ben più gravi stanno distruggendo la vita di migliaia e migliaia di persone nella nostra Africa; l’arroganza di dittatori aggrappati al potere da decenni; la corruzione sistematica a tutti i livelli dell’amministrazione che prosciuga le ricchezze dei paesi senza che la gente ne tragga il minimo beneficio. I  giochi indisturbati dei potenti della finanza, delle industrie agroalimentari che rapinano le terre migliori, e dei “signori delle armi”, che mantengono focolai di guerriglia ovunque ci siano ricchezze da depredare

Capite bene quanto sia ancora lungo il cammino della solidarietà tra i popoli. Chi sta bene non vuole essere disturbato; neppure immagina che il suo benessere è fondato su un sistema mondiale violento ed ingiusto. Se poi aggiungete il dramma assurdo delle guerre in Ukraina, in Siria e in Iraq, e tutte le storie quotidiane di violenza e di discriminazione, delle vittime disperate del mare e dei deserti… possiamo davvero domandarci se il Natale che noi cristiani celebriamo riesce a far passare un messaggio di speranza per il Mondo in cui viviamo.

La solidarietà di cui parlano i politici non basta e non funziona; perché non è sincera. E’ fondata su parole che non vengono da cuori solidali, ma da egoismi e da paure mantenute ad arte da chi ha potere e privilegi da difendere.

Invece la Buona notizia del Natale, che Gesù di Nazareth ha offerto all’Umanità, e che noi, con “gioia e con amore” cerchiamo di condividere con la gente, va ben oltre la solidarietà. Eccola: la Parola di Dio, il Figlio di quel Dio che ha fatto per amore questa Umanità ha preso dimora tra noi; s’è fatto “uno di noi”; ha deciso di condividere con noi la fatica di vivere e la lotta per sopravvivere. E chiunque lo accoglie con amore, ha il potere, cioè la grazia di diventare, come Lui, Figli di quel Padre che ce ci vuole tutti fratelli.

Ecco la rivoluzione proposta dal Natale: la fraternità! Si tratta di un dono talmente forte che fa paura a chiunque vede ancora nella razza, nel colore della pelle, nella diversità della cultura o della Fede una barriera all’incontro e al dialogo con altre persone che non siano i propri “fratelli di sangue”. Ma è l’unica strada che ci rimane da percorrere se vogliamo salvare questo nostro Mondo: se vogliamo salvarci, cioè star bene tutti insieme; da fratelli appunto.

Dandoci il Figlio, Dio ha rischiato tutto. Perfino di non farsi accogliere. Ma non per questo ha rinunciato ad amarci. E non si stanca di invitarci ad accoglierci, gli uni gli altri, con occhi nuovi, ad accettarci e a perdonarci con cuore nuovo. Come Lui ci guarda e ci ama.  Buon Natale a tutti. Da fratelli.
Vostro padre Gianni

Topics: Congo, Congo, Missione di Bondo, Diario di Missione, Lettere Natale | No Comments »

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