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Mabayi (Burundi), 7 Dicembre 1972

By admin | dicembre 7, 1972

G.A.M. ‘12 “UN IMPEGNO EFFICACE AL SERVIZIO DELLA VITA”

Mabayi (Burundi), 7 Dicembre 1972

Carissimi amici,

mentre vi mando il mio augurio di Natale, lassù in Italia mio padre sta prendendo l’aereo e ritornerà da me per alcuni mesi. Credo che sia il regalo più grosso che mi arriverà quest’anno.

Papà Aldo ha mantenuto la promessa che era nata in lui dopo aver scoperto quanto fosse bello
dare una mano qui in missione.
E’ un gesto che con il passare del tempo potrebbe cambiare il corso della sua vita, nonostante i
suoi sessant’anni suonati due volte!
E non mi meraviglierei poi tanto se più di un nostro amico facesse la stessa scelta. I segni ci sono. Oggi stesso Angelo lascia Mabayi e se ne torna in Italia.
Era venuto qua un mese, insieme ai giovani di « Africa 70 »; poi ha voluto verificare più a fondo la sua scelta e ha deciso di prolungare il soggiorno. .Gli abbiamo messo sulle spalle un affare delicato e importante: una giovane cooperativa in espansione.
Con il poco francese che lui sapeva e le briciole di quello che restava nella testa di un paio di giovanotti, si è preso in mano il camion, le montagne di carta da ordinare, i libri delle fatture, i sacchi di piselli e si è messo con impegno a lavorare.
Noi abbiamo così potuto respirare un po’ meglio e dormire con una grossa preoccupazione di meno sullo stomaco.
Adesso tutto è in ordine.

Parte Angelo e c’è già Luciano con le valigie pronte; se non fosse stato per una brusca impennata della politica locale, anch’egli sarebbe già imbarcato con mio padre… ma nelle cose belle ci vuole pure un po’ di pazienza!

Ad aumentare le nostre speranze ci sono altre persone iscritte che stanno preparandosi a venire con noi.

Una coppia di sposi, Cesare e Antonia che stanno studiando il francese e altre cosette.
Hanno disdetto anche la macchina nuova già ordinata; lasceranno probabilmente due vecchi genitori in pensiero e molti amici stupefatti, scettici, increduli e un tantino invidiosi del loro coraggio. Anche loro si sono presi il « mal d’Africa » venendo qua a lavorare durante l’estate, per poche settimane.
Prima di guarirne dovranno prendersi una bella ubriacatura.
Li aspettiamo per Pasqua.
Poi altre speranze si allineano una dopo l’altra.

C’è una signorina che scoprendo il GAM’12 ha scoperto l’Africa a portata di mano e una vocazione coraggiosa di Infermiera. Quella non scherza. E’ già a scuola da due o tre anni e farà cose grandi se continua con quell’impegno… mi manda certe lettere che farebbero invidia a tante persone già consacrate alla missione da anni.
Poi ancora, c’è addirittura un gruppo di tre giovani in un angolo della Brianza che mi hanno scritto: « Veniamo anche noi! Dacci solo da lavorare, e per l’alloggio non ti preoccupare. Siamo sportivi e ci accontentiamo di una tenda »… Non ho ancora risposto! Ma tanta buona volontà comincia a preoccuparmi.
Di questo passo mettono in crisi il modo classico di fare i missionari.

E potrebbe essere una cosa grandiosa.
Immaginatevi cosa potrebbe succedere se tutta quella energia che ancora esiste nella massa dei cristiani di Europa cominciasse a risvegliarsi seriamente.
Quante cose belle si potrebbero fare; proprio per fare capire agli uomini che è possibile vivere con maggiore intensità e tanta gioia, senza diventare matti per molte inezie in cui annega la società della «vecchia Europa».
Noi missionari ne siamo così convinti che appena l’occasione si presenta, cerchiamo di accogliere nel nostro giro queste energie.
Sono purtroppo ancora poche; ma qualcosa si muove e vedremo presto se si tratta di vero coraggio o di fuoco di paglia.
Vi scrivo questo per prendere in contropiede tanti amici che in un modo o nell’altro hanno incrociato il sentiero della loro vita con quello di un missionario. Quante volte si sono tirati indietro con le.
vertigini… col timore di fare un passo troppo coraggioso!
Partire è ancora un grosso rischio!
Perché? Forse solo perché non si conosce dove si va a finire; o forse più ancora perché si sente
dentro in fondo all’anima che non si è abbastanza carichi e generosi per affrontare un’impresa del genere.
Secondo noi, viste tante e tante significative esperienze, bisogna anzitutto togliere dalla testa a più gente possibile, che partire per l’Africa o l’America Latina sia un’impresa dell’altro mondo.
E’ meno complicato che andare a sciare a Madesimo o a Bormio o sul Terminillo.
E poi costa di meno e rende di più, sia a chi parte, sia a chi accoglie.
Chi resta in Europa per pigrizia si sbaglia; per paura dei pericoli, si sbaglia ancora di più; per ignoranza, adesso comincia ad essere imperdonabile; per mancanza di « preparazione », anche questa non è più una scusa. C’è tutta una serie innumerevole di Enti e Movimenti che interessano l’opinione pubblica e raccolgono gli sforzi di chi vuole mettersi al lavoro. E non solo a raccogliere carta straccia.
Ma a lavorare seriamente; educare, costruire, insegnare, coltivare, etc…
C’è tutto il mondo dei Paesi cosiddetti “sottosviluppati” che non va avanti perché la miseria e l’ignoranza frenano le scelte più coraggiose. Facciamone sparire un poco e le cose andranno meglio.
Adesso mi fermo. Mi accorgo che invece degli auguri con belle frasi di circostanza vi ho detto cose un po’ serie. Pensateci magari su un poco durante le feste di Natale, quando la vostra gioia scorrerà a fiotti in tutte le case!

Qui continuiamo il lavoro come il solito!
Mentre vi scrivo sento il brusio, di oltre trecento bambini che stanno facendo il loro ritiro della prima Comunione… mi aspettano sulla piazza. Domani, festa dell’Immacolata sarà una gran bella giornata, che non solo accrescerà il numero dei bambini contenti, ma porterà tanta gioia nelle case sparse in ogni angolo della parrocchia.
In questi giorni passati, per un motivo o per l’altro, il numero delle ore di riposo era diminuito un po’ troppo. Adesso, con l’arrivo di papà metteremo a posto tante cosette, e anche i lavori marceranno meglio.
Voi stateci vicini con lo stesso entusiasmo e l’affetto di sempre.
A Natale si fanno tante cose belle… non dimenticatevi di noi.

Ciao. Il camion che porta via Angelo ha già il motore acceso. Non posso tardare oltre!
Spero di raggiungervi in tempo per Natale.
A tutti voi che seguite con amore il nostro lavoro, un cordiale e fraterno augurio per Natale e per l’anno nuovo. Con il solito ricordo al Signore.

Ciao. State tutti bene e contenti. Vostro p.Gianni

Topics: '68 - '73 Burundi, Lettere Natale | No Comments »

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