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Santo Natale 2008

By admin | dicembre 15, 2008

PANE SPEZZATO … CONDIVISIONE E RICERCA sulle strade della MISSIONE

Bondo – Natale 2008

Carissimi,
    Mbote na bino banso!
E’ il nostro saluto in lingua “lingala”, dal cuore della Repubblica Democratica del Congo, dove sono arrivato il 24 ottobre scorso.
Dopo 18 anni da quando ho lasciato lo Zaire (così si chiamava ancora nell’estate del 1990) per trasferirmi in Kenya, a Korogocho, con Padre Alex Zanotelli, ero venuto in Africa soltanto per brevi periodi, d’estate, con gruppi di amici Volontari o di studenti dell’Università di Bologna.
Adesso sono di nuovo in servizio stabile proprio nella regione del Nord-Est, dove ho già lavorato dal 1982 al 1990, nella Missione di Ango. Anche mio padre, ottimo muratore, era venuto a darci una mano per oltre tre anni.
Inizialmente i miei superiori pensavano di destinarmi a Kinshasa, poi sono finito a Bondo, capoluogo del vasto distretto Amministrativo che comprende anche la Zona di Ango.
A Bondo si trova la sede della Diocesi, guidata dal giovane Vescovo Etienne Ung’Eyowun.
In Comunità siamo quattro Missionari Comboniani. Oltre a me c’è un altro veterano d’Africa, fratel Antonio Piasini, valtellinese forte come una roccia e famoso costruttore di ponti in stile romano. Poi ci sono due confratelli congolesi; un giovane Celestino Ngoma, che ha terminato i corsi di teologia e sta facendo un periodo di pratica pastorale; e il Superiore, anch’egli congolese, padre Désiré Badola, reduce da una lunga esperienza di missione in Etiopia.
Gli africani diventano protagonisti responsabili della vita della Chiesa. E noi, un tempo loro maestri e guide, siamo diventati fratelli e compagni di viaggio.
Sono proprio contento.
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Sono arrivato a Kinshasa, la Capitale del Congo il 24 ottobre.
Ad accogliermi l’amico prezioso, fratel Tony Piasini, di Poggiridenti (So), che lavora in Congo da oltre trent’anni.
Spendiamo alcuni giorni per le pratiche burocratiche essenziali (permesso di soggiorno e patente di guida) e per i primi contatti con la realtà dove i Comboniani sono impegnati a Kinshasa. Si tratta di una grossa Parrocchia (Bibwa) in periferia, di un Centro Culturale che pubblica una Rivista (AfriquEspoir) molto apprezzata in tutta l’Africa di lingua francese; e di un Centro di Formazione per i giovani che vogliono impegnarsi come Comboniani. E’ impressionante il numero di ragazzi e ragazze che chiedono di farsi religiosi o missionari. Da un lato è bello vedere che il sogno di Comboni (“Salvare l’Africa con l’Africa”) si stia realizzando, che molti africani, uomini e donne, vogliano impegnarsi per l’Evangelizzazione dell’Africa. D’altro canto non ci facciamo troppe illusioni: la vita religiosa, soprattutto quando si presenta in forme d’Istituzioni Internazionali, può apparire innanzi tutto un bel salto di qualità sociale, culturale ed economico.
Si tratta di una sfida importante che abbiamo deciso di accettare, con i rischi che essa comporta.

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Natale e Salvezza

Sono migliaia d’anni che il grido dei Profeti d’Israele risuona in tutte le Comunità cristiane; è un grido di Speranza per una Salvezza che tutti i popoli aspettano…
In questo periodo che precede il Natale del Signore tale grido si fa ancora più insistente.
Ma ho l’impressione che il popolo congolese sia talmente schiacciato da decenni di sofferenza, che non riesca a raccogliere la forza positiva di quest’annuncio.
“E’ troppo grande il nostro peccato … siamo come uno straccio sporco! Non abbiamo né capi né Sacerdoti! Nessuno più ti prega, Signore…!”
Guerra interna, corruzione a tutti i livelli, erosione dei valori sociali più forti e tradizionali! Questa è l’analisi spietata che i giornalisti e politici fanno nei loro editoriali e nelle trasmissioni televisive. Fa impressione questa pubblica e aperta critica della società congolese da parte di tante persone dei vari strati sociali…e al tempo stesso la mancanza di interventi efficaci per contrastare fenomeni di una gravità eccezionale. La capacità di denuncia è spettacolare; ma quella di passare all’azione è praticamente nulla…
Il Congo, fra gli stati Africani, è sicuramente uno con la Storia più tormentata…da decenni ormai naviga nel caos politico ed economico. Per cacciare il Dittatore Mobutu Sese Seko, padrone assoluto del Paese per oltre trent’anni, c’è voluta un’alleanza militare esterna tra Uganda e Rwanda, guidata da un ambizioso quanto oscuro politico, Laurent Kabila. In pochi mesi è arrivato fino a conquistare Kinshasa e a diventare presidente. Ma quando ha voluto liberarsi dai suoi sostenitori stranieri, che chiedevano un prezzo esorbitante per la collaborazione prestata nella conquista del potere, egli stesso è stato eliminato, violentemente, nel gennaio del 2001! Stranamente il figlio Joseph ha preso il suo posto; ma ha impiegato cinque anni per legittimare il suo potere con le storiche elezioni del 2006. Le prime elezioni democratiche dal giorno dell’Indipendenza del Congo: 30 giugno 1960!
Purtroppo, nonostante le grandi promesse, la macchina amministrativa dello Stato continua a girare a vuoto. Ecco alcuni esempi: noi due Comboniani, Tony ed io; il Vescovo e i suoi collaboratori, per raggiungere Bondo da Kinshasa, abbiamo impiegato ben diciotto giorni: una enormità inaccettabile per un Paese moderno. Ma qui in Congo sembra un fatto normale al quale bisogna rassegnarsi. A due anni di distanza dalle elezioni generali che hanno segnato la terza repubblica Congolese, l’Ospedale Generale di Bondo non ha ricevuto dal Ministero della Salute neppure un’aspirina….I “salari ufficiali” dei funzionari dello Stato, dei Maestri, dei Medici continuano ad aggirarsi sui 30/40 dollari il mese. … e possono ritardare anche parecchie settimane. Oppure, come somma ingiuria, possono essere semplicemente “rapinati” da funzionari maliziosi proprio nelle fasi di passaggio dalla Banca agli uffici provinciali di destinazione.
Un piccolo segno di speranza: dalla fine d’ottobre il Congo ha un nuovo governo; con un primo Ministro apprezzato e preparato. Da pochi giorni è riuscito a fare votare il Budget per il 2009 e a fare ripartire l’Alta Corte di Giustizia, bloccata e inattiva da ben dieci anni! Come stupirsi se la corruzione è così diffusa nell’amministrazione della cosa pubblica?
Le sfide del Governo Muzito (così si chiama il primo Ministro in carica) sono enormi. Innanzi tutto c’è da fermare la guerra nella Provincia dell’Est del Paese, nel Nord-Kivu, ai confini con l’Uganda e il Rwanda. Con pretese inaccettabili il generale Nkunda, sostenuto dal governo Rwandese di Kagame, ha rifiutato il piano di riconciliazione nazionale (Amani) elaborato mesi or sono. Ha scatenato una ribellione contro il governo centrale congolese, occupando villaggi strategici con le sue milizie, uccidendo gente innocente, destabilizzando una vasta aerea del  Nord Kivu e causando circa due milioni di “rifugiati interni”. Tutto questo sotto gli occhi delle forze dell’ONU, ben 17.000 militari presenti nella zona per proteggere la gente e fare rispettare gli accordi di Pace stabiliti da lungo tempo. Nkunda è troppo forte; ha equipaggiamento e armi in quantità; paga bene i suoi soldati e ha un piano che “di fatto” sostiene le ambizioni del Rwanda: destabilizzare la zona est del Congo e sottrarla al potere centrale di Kinshasa. I politologi internazionali parlano di “balcanizzazione”. L’esercito Congolese è un vero disastro. I militari regolari, disorganizzati e malpagati, invece di difendere la gente e il loro paese si sono dati al saccheggio e a forme di vessazione ignobili contro la popolazione già disperata.
I politici dell’ONU, dell’Unione Africana e dell’Europa parlano di una grande tragedia umanitaria. Organizzano costose conferenze a Nairobi, in Kenya, ma non hanno il coraggio di denunciare apertamente i responsabili di questa tragedia e i loschi interessi internazionali (miniere di diamanti, oro e metalli preziosi per le industrie dei paesi più avanzati) che stanno alla radice di questa guerra assurda.
Quale Natale di Pace è possibile e quale Salvezza per questo popolo martoriato?

La missione che mi aspetta

Mi rendo conto che ci vorrà del tempo per capire le cose più importanti da fare e come affrontarle nel modo più corretto.
Intanto però il Vescovo, giovane e pieno di grinta mi ha proposto 3 impegni prioritari:
a)    rafforzare il Centro Pastorale “Lisangà” diretto dal mio confratello, P. Désiré Badola.
b)    animare in modo particolare una Comunità cristiana in periferia di Bondo: Limbasa. Esiste già una cappella destinata a diventare Parrocchia autonoma;
c)    accompagnare le piccole comunità cristiane di Base (CEVB) presenti sul territorio e che sono ritenute la forza  nuova della Chiesa africana.

Intanto devo recuperare la lingua locale, il lingala, che maneggiavo assai bene durante il mio servizio nella Missione di Ango. L’impresa non è semplice come pensavo; e il programma proposto non è da poco.
Il mio Santo fondatore, Daniele Comboni, diceva che un buon Missionario dovrebbe “lavorare di giorno e pregare di notte!”. Io non sono ancora arrivato a questo livello, perché alla sera, verso le 20,30, mi sembra di crollare dal sonno. La ragione però è semplicissima: prima dell’alba, verso le 4,30, bisogna scattare fuori dal letto. Come dice uno dei salmi che recitiamo spesso, siamo noi a “svegliare l’Aurora”, e a intercedere in favore di questa comunità umana che ci è affidata.

Progetti

Come ogni anno, il giorno dell’Epifania, apriremo la cassa del nostro Gruppo “Pane Spezzato” e distribuiremo i vostri doni alle varie missioni.
D’ora in avanti, dato il mio ritorno in Congo, il sostegno prioritario sarà dato alla Missione dove sono direttamente impegnato. Ma continueremo ad aiutare soprattutto il Burundi dove i bisogni sono pure tanti e il peso della guerra si fa ancora sentire: dal Progetto “Borse di studio per Dukorerere Hamwe”, al sostegno alle parrocchie di Mabayi, Butara e Cibitoke per le Cappelle che la gente sta costruendo. I cristiani fanno la loro parte in mezzo a tante difficoltà: noi diamo loro una mano.

Per la nostra Comunità di Bondo i tre progetti che riteniamo più urgenti sono:

a) l’aiuto alle vittime di un assurdo Movimento ribelle (Lord Resistance Army) nato in Uganda, emigrato in Sudan e ora infiltratosi in Congo. Da alcuni mesi ha investito la zona di Dungu dove anche una nostra Missione (Duru) è stata distrutta, e i Padri sono sopravvissuti per miracolo. Si tratta di guerriglieri “pazzi” che hanno perso ogni forma di umanità: bruciano i villaggi, uccidono, violentano le donne, rapiscono i ragazzi e le ragazze e se li portano come schiavi nella foresta, nei loro “campi base”. Migliaia di persone sono fuggite per intere settimane nella foresta, abbandonando le loro case e tutti i loro beni, di fronte all’avanzata di questi diabolici guerriglieri che nessun esercito regolare è riuscito fin’ora ad eliminare.
b) il risanamento delle case dove viviamo: serramenti, garage, servizi igienici, impianto elettrico, grossa cisterna per l’acqua piovana.
c) costruzione di alcune stanze per accogliere i futuri collaboratori laici che potrebbero associarsi a noi nelle mille attività della Missione.
Non si tratta di lavori eccezionali. Sono i problemi logistici di rifornimento dei materiali essenziali che fanno venire i brividi: pensate che a Bondo oggi il cemento costa 105 dollari al sacco!  Siamo talmente isolati dal resto del Paese che il cemento viene portato, in bicicletta, per centinaia di kilometri da autentici “eroi” della strada. Ma di questi dettagli tecnici avremo modo di parlare ancora prossimamente.

AUGURI

Buon Natale a tutti.
Buon Natale a chi avrà il coraggio di cercare il CRISTO “già NATO” nei luoghi della sofferenza e della solitudine. E condividerà la sua gioia con chi ha il cuore ferito.
Buon Natale a chi lo passerà ad aiutare la gente, sulle strade, negli ospedali, nelle stazioni e negli aeroporti e, servendo la comunità, renderà possibile la festa di tutti.
Buon Natale anche a chi, purtroppo, ha scelto di mettere da parte la splendida Storia di Gesù di Nazareth, l’Emmanuele, il Dio che si fa fratello dell’Uomo e compagno del suo difficile cammino, per seguire le favole di un Mondo intrappolato dall’euforia dei riti di un consumismo esagerato, dal mito di un babbo Natale che propone soprattutto regali, giocattoli ed evasioni turistiche.
Buon Natale anche a chi ha il cuore ferito da profonde sofferenze e fa fatica ad alzare gli occhi verso l’alto, a guardare la Stella che li porterebbe a Betlemme ad adorare il Bambino che nasce, a ritrovare la Pace. E invece fuggono verso misteriosi paradisi esotici che creano solo illusioni.
Buon Natale a chi avrà il coraggio di liberare il suo cuore dal rancore di un torto subito; e facendo il primo passo, renderà possibile la ripresa di un saluto e di un dialogo che fa la vita più serena per tutti. Aiutatevi ad accogliere il dono del perdono e della Pace di Natale. Vedrete che bello!
Buon Natale soprattutto a voi, amici che da anni mi seguite sul cammino della Missione e “spezzate il vostro Pane” affinché il Vangelo che proponiamo sia credibile attraverso tanti gesti di solidarietà.

Ditelo a tutti: il Signore è felice di stare con noi. Andiamogli incontro.
Buon Natale e Buon Anno.
Un grazie potente a tutti.

P. Gianni

Topics: Lettere Natale | 5 Comments »

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