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SANTA PASQUA 2009

By admin | marzo 23, 2009

PANE SPEZZATO…. CONDIVISIONE e RICERCA sulle strade della MISSIONE

Bondo, Pasqua 2009

Carissimi,
inizio questa lettera pasquale seduto sul mio letto, con la flebo che mi scarica
nelle vene una buona dose di chinino. Siamo a metà marzo. Stagione secca un po’
anomala.
E’ il secondo attacco di malaria in due mesi. Arrivato improvviso alla fine
della Messa che stavo celebrando nella cappella di Limbasa, mi ha letteralmente
tolto le forze; mi sentivo crollare. Alcuni chierichetti ma hanno accompagnato a
piedi verso casa, e poi, visto che faticavo a seguirli, mi hanno caricato su una
bicicletta. Mi sembrava di essere seduto sull’asino di Gesù che entrava a
Gerusalemme, sotto lo sguardo stupito della gente …
Se tutto va bene fra una settimana la crisi sarà passata e potrò riprendere il
lavoro che si sta facendo sempre più impegnativo. Anche nella lingua locale
(lingala) i progressi sono buoni e mi permettono di comunicare in modo adeguato.

Il Cammino della Pace

Ci eravamo lasciati a Natale con la brutta notizia della guerra nella Provincia
Orientale del Kivu.
Il Generale Nkunda, sicuramente spalleggiato politicamente e rifornito
militarmente dal Rwanda, alla fine di ottobre aveva scatenato una ribellione
assurda contro il Governo Centrale di Kinshasa, occupando militarmente parecchie
città del Kivu.
Risultato: massacri, violenze e due milioni di sfollati nel loro paese.
E’ stato un brutto momento per il Congo.
Con un governo eletto da pochi giorni, una squadra di ministri non ancora
affiatata, un esercito nazionale che invece di difendere la popolazione si
rendeva lui stesso responsabile di stupri e violenze, il Paese sembrava proprio
umiliato e sconfitto.
Per tentare di risolvere la crisi i Capi di Stato dell’Africa dell’Est, della
Regione dei Grandi Laghi (Uganda, Rwanda, Kenya, Burundi), con la mediazione dei
delegati dell’Unità Africana hanno avviato a Nairobi un delicato processo di
dialogo, di una lentezza e di una complessità piena di contraddizioni, che solo
gli Africani sono capaci di gestire.  Mesi di incontri a Nairobi, mesi di
scaramucce diplomatiche, di calcoli politici sofisticati, mesi di pressioni
internazionali a volte perfino “sfacciate” (come quella della Francia).
Tutto sembrava finire nel nulla.
Improvvisamente, in pochi giorni il panorama politico è cambiato e sono
successe cose positive impensabili: Nkunda è stato arrestato dalle stesse
autorità Rwandesi; gli eserciti del Rwanda e del Congo hanno compiuto operazioni
congiunte per eliminare i famigerati Interahamwe, i guerriglieri che infestano
l’Est del Congo dal tempo dei massacri avvenuti in Rwanda nel 1994; ancora
manovre coordinate tra eserciti del Congo e dell’Uganda per risolvere la
pericolosa presenza  dei banditi “dell’Armata di Liberazione del Signore” – LRA,
presenti ormai da parecchi nel territorio congolese.
Mentre il primo obiettivo sembra raggiunto, il problema LRA rimane ancora un
mistero e un dramma che sta insanguinando tutta la zona est della nostra
Provincia Orientale. E’ di pochi giorni la notizia che questi banditi hanno
attaccato la zona di Boeli e di Banda, all’estremità della nostra diocesi, e
hanno trascinato nella foresta circa trecento persone al loro servizio. Ripeto:
si tratta di una storia di violenza assurda che dura da oltre 20 anni nell’Est
Africa e che nessuna Istituzione politica Internazionale ha voluto affrontare
seriamente e risolvere alla radice. Un vero cancro mortale per le popolazioni
che incontra sul suo cammino.  Il movimento LRA, iniziato in Uganda da un certo
fanatico Kony è stato usato politicamente dal Presidente Museveni per vendicarsi
e controllare la popolazione Acholi del Nord a lui ostile. Dall’Uganda, dopo
anni e anni di angherie e massacri contro la popolazione inerme, è passato al
Sudan ed ora è arrivato in Congo. Chi ha visto gli effetti della loro violenza
dice non si tratta ormai più di esseri umani: ma di autentiche belve dedite alla
distruzione e alla rapina.
Forte dei successi diplomatici ottenuti per risolvere la guerra con Nkunda
all’Est del Paese il Presidente Kabila si sta godendo una lunga tournée di
gloria nelle città del Kivu.  Ma, nonostante le assicurazioni dei vari ministri
e parlamentari, molti analisti si domandano se le cavalcate trionfali del
Presidente Kabila, accompagnato a volte da quello dell’Uganda (Museveni) e del
Rwanda (Kagame) siano il ritratto vero della realtà. Pochi giorni fa non si
parlavano nemmeno per telefono. Oggi viaggiano sulle berline scoperte come
vecchi amici… Sarà vera pace? E quale prezzo dovrà pagare il Congo?

Ritorno a Ango

Il 2 febbraio, festa della Luce (un tempo si diceva della Candelora) insieme con
Fratel Tony Piasini e la sua squadra di collaboratori fidati, siamo partiti
verso Est, in direzione di Ango. Lui aveva in programma di rifare un ponte sul
fiume Mbibili. Il materiale necessario, pietre, sabbia e cemento erano pronti da
tempo; bisognava solo aspettare che il livello dell’acqua scendesse al minimo
per poter gettare le fondamenta. Altro obiettivo importante: verificare cosa era
sopravvissuto degli ottimi progetti di promozione umana riguardanti il settore
della salute, delle Cooperative agricole e artigianali e delle Strade avviati
dai Volontari Italiani dell’Associazione SVI di Brescia negli anni Novanta, dopo
la loro partenza.
Da parte mia volevo soprattutto rivedere la gente con la quale avevo vissuto per
otto anni, dal 1982 al 1990; alcuni con la presenza di mio padre.
E’ stata un’emozione fortissima riabbracciare il vecchio Capo Liwolo, ormai
fragile e tremante, ma deciso a mantenere il potere fino all’ultimo; rivedere i
Maestri, i Catechisti, i collaboratori più stretti della Parrocchia. Alcuni
ancora pieni di energia, molti  segnati dalle mille sofferenze subite in questi
anni. Nella zona di Ango, infatti, per molto tempo hanno scorazzato  sia
l’esercito di Mobutu sconfitto e in fuga disperata, sia l’esercito vittorioso
dell’Uganda, sostenitrice di  Kabila. Tutti ugualmente scatenati a rapinare,
violentare a strappare alla gente il cibo e la vita.
Per anni la popolazione ha cercato solo di sopravvivere, perennemente in fuga,
spostandosi velocemente dai villaggi alla foresta, Comprensibile quindi la
situazione di disagio e scoraggiamento che abbiamo trovato: in pratica tutte le
attività e i progetti di sviluppo rurale e di autopromozione sociale che avevano
raggiunto un livello interessante sono paralizzati. Alle angherie dei militari,
si sono aggiunte poi le classiche tensioni interne dei gruppi, le gelosie, le
scaramucce di potere e la voglia di vantaggi personali. Al sabato abbiamo
incontrato gli animatori dei gruppi di sviluppo e analizzato i vari problemi da
affrontare; la Domenica è stata davvero una bella e gioiosa celebrazione durante
la quale abbiamo cercato di dare coraggio a tutta la Comunità. Ne avevano
proprio bisogno!

Congo Campione sportivo

Dopo 35 anni di digiuno sportivo il nostro Congo ha finalmente riportato a casa
la Coppa d’Africa di Foot-ball.
E’ incredibile la passione e l’entusiasmo con il quale la gente ha seguito
questa competizione riservata ai migliori giocatori iscritti alle squadre
nazionali, ma che non giocano all’estero. Il Congo è partito bene con una
vittoria e un pareggio; ma avendo perso sonoramente contro Ghana per 3 a 0, ha
rischiato l’eliminazione. Solo un pareggio della Libia lo ha rimesso in gioco.
Poi la semifinale vittoriosa con la Zambia, e il successo limpido proprio contro
il Ghana, un 2 a 0 che è apparso soprattutto come una grossa rivincita.
Durante la trasmissione del match finale è successo anche qui quanto noi siamo
abituati a vedere in Italia: strade deserte, uffici chiusi, ammucchiate nelle
case con la Radio o il Televisore… Dopo la vittoria, in tutto il Paese, ma
soprattutto a Kinshasa, è esplosa la festa, con musica, danze e birra… La
vittoria sportiva ha creato nel Paese un diffuso senso di fierezza e di
ottimismo: “Siamo talmente massacrati dai problemi, dalla guerra, dalla miseria
e dalla corruzione pubblica che per poter festeggiare non ci resta che lo Sport
e la Musica”!

La vostra solidarietà.  Natale ’08 e oltre.

Potete bene immaginare che i doni per “Pane Spezzato” non arrivano in cassa
solo a Natale, bensì durante tutto l’anno. Ci sono i fedelissimi
dell’autotassazione mensile che depositano ogni mese il loro dono nelle mani
dei collaboratori di zona, oppure che lo versano sui conti bancari come indicati
in fondo alla nostra lettera e sul sito www.panespezzato.it.  Da quando sono
arrivato in Congo, la Procura di Verona invia  direttamente in Africa il vostro
dono. Io ricevo il rapporto e, come mio dovere, celebro la S. Messa per gli
amici di “Pane Spezzato” il giorno dodici di ogni mese. Quel giorno sentitelo
come un giorno prezioso. Chi può partecipi all’Eucaristia e “spezzi con noi il
Pane del Signore”, cuore e forza della Missione. Questo sì che è il dono
prezioso che tutti possiamo condividere, da veri amici.
Mentre nel Centro di Sondrio, seguendo una tradizione che dura da decenni,
l’apertura della cassa avviene sempre il giorno classico dell’Epifania, e
quest’anno è apparsa la simpatica somma di Euro 13.000, che sono stati
distribuiti in questo modo:
– Burundi. Borse di studio per L’Associazione “Dukorere Hamwe” e sostegno per la
costruzione di tre Cappelle. La nostra Fides ha portato direttamente i vostri
doni in Burundi.
– Congo. Un sostegno prezioso all’Istituto Tecnico Medicale di Bondo, diretto da
Suor Teresa Undolani. – Un sostegno alla Diocesi di Bondo per il suo Centro
Pastorale. – Un aiuto alla Suora Comboniana Giovanna Valbusa, per il suo
programma dei bambini malnutriti a Kisangani.
– Zambia. Una Borsa di studio sostenuta da Padre J. Baptist Opargiw
– Paraguay. Aiuto per i bambini di don Gianni
Tramite la Procura di Verona, che è il Centro di Coordinamento dei Comboniani
sono partiti per la Missione del Congo, oltre 20.000 euro. In quel conto avevo
depositato tutte le numerose offerte che ho ricevuto in occasione della mia
partenza. A Verona arrivano e vengono dirottati per l’Africa i vostri doni nel
modo più bello e sicuro. Noi Comboniani abbiamo un sistema di condivisione e
di solidarietà, una Cassa comune dove mettiamo quello che ciascuno riceve dai
suoi amici, e poi, con calma, realizziamo i progetti più importanti decidendo in
Comunità. Vi terrò informati. E voi siate fedeli nello “spezzare il pane” con
noi; permettendoci così di essere  solidali con la gente che si trova in
maggiori difficoltà.

Annunciare la Pasqua. Ma come?

C’è una frase di Paolo nella lettera ai cristiani di Corinto, città ricca e
corrotta, che mi impressiona sempre di più: “Guai a me se non evangelizzo”!
(1Cor  9,16). Guai a me se non annuncio con chiarezza e con forza il messaggio
di Pasqua: la morte e la risurrezione di Gesù!
Questo ha fatto il Signore per me, per noi, per liberarci da tutte le forze
del male, per ridarci una libertà e una pace del cuore che inutilmente cerchiamo
con le nostre forze… con le nostre illusioni… con le nostre fughe in avventure
che non ci portano da nessuna parte.
La prima constatazione piuttosto amara è che il ritmo di vita di tanta gente è
talmente intenso che non trova neppure il tempo di farsi alcune domande
essenziali che potrebbero guidarla nelle scelte più importanti. “Ma che diavolo
siamo venuti a fare in questo mondo così brutto… e che ci stiamo a fare? – mi
ripete spesso un amico un po’ scettico. Ma la risposta se la deve guadagnare
personalmente. Il problema grave è che la gente non vuole faticare nella ricerca
del senso profondo delle cose. L’esistenza sembra dominata da una parte il
lavoro, qualsiasi lavoro pur di guadagnare il massimo in tempi brevi; e
dall’altra dall’ansia di goderne  i frutti, attraverso intensi momenti di
libertà, di relax, di evasione. Per i più giovani il brivido dello sballo.
Esiste in effetti una bella realtà di impegno sociale e di gente che con amore
spende la vita in mille gesti quotidiani. Di giovani che lottano per cause
importanti. Con mia grande gioia, sulla Rete TV Al Jazeera, ho visto il servizio
della marcia antimafia del 21 marzo che si è svolta a Napoli. Non possiamo
essere pessimisti, ma preoccupati per una cultura dell’informazione che, in
generale, non promuove valori forti, bensì proposte di evasione e di successo a
poco prezzo.
Se uno non ha un progetto personale un po’ serio rischia di vivere
“teleguidato” da tanti furbi e diabolici “opinionisti” dei giornali e della TV
che  pretendono di illuminare la gente su tutti i problemi: dalla politica alla
medicina, dalla cultura alla scienza, dall’arte alla religione, proponendo le
loro “opinioni” (appunto) come le scelte più intelligenti. Di fatto gli rubano
la verità e la fatica di una ricerca seria e personale. E la gente, che non
vuole sudare una goccia più del necessario… ascolta… legge… beve e assorbe
“opinioni” spesso deliberatamente negative e polemiche nei confronti della vera
Buona Notizia: che tutti siamo salvati nella Morte e nella Risurrezione di Gesù.
Nella sua Pasqua!!
Mentre qui in Africa i grandi Capi di Stato e gli uomini di cultura, della
Politica, della Scienza e dello sport, quando presentano i loro successi o i
loro programmi fanno un chiaro riferimento all’aiuto di Dio, alla sua
benevolenza e al suo sostegno, in Italia, esportatrice di missionari del
Vangelo, ogni pubblico riferimento a quel Cristo di cui stiamo per celebrare “la
morte e la Risurrezione” sembra fuori luogo. La Pasqua è ancora una gioia
sconosciuta.
Eppure il messaggio del Vangelo, da oltre duemila anni, è semplice e chiaro:
“Noi predichiamo Cristo Crocifisso, stoltezza per i Greci e Scandalo per i
Giudei…”.
Un Cristo che dona tutto se stesso, senza limiti e senza condizioni, …un Cristo
che potrebbe illuminare al vita e liberare il cuore anche da pesi enormi e
segreti che molti si portano dentro da anni. Basterebbe che sollevino lo sguardo
verso “Colui che hanno trafitto”. Quel Cristo morto per amore. Solo per amore.
A me che è toccata la grazia di annunciare la Pasqua in Africa, e sono felice.
Ma in fondo all’anima provo una tristezza profonda a pensare che nella mia
terra, anche tanta gente a me cara, pur splendida e intelligente, impegnata e
generosa, non trova spazio e tempo per alzare gli occhi a quel “ Povero Cristo
crocifisso” che potrebbe trasformare la loro vita, che potrebbe “farli
risorgere con Lui”!
Ecco perché, pure lontano da voi migliaia di chilometri, cerco di mantenere i
contatti con voi e condividere le ragioni della Missione nella quale siamo
amichevolmente coinvolti.
Naturalmente questo è l’Augurio che faccio a tutti voi. Insieme all’invito che
Paolo rivolgeva ai suoi amici di Roma, in occasione della Pasqua “lasciatevi
riconciliare con il Signore”! Vedrete come cambia la vita. Vedrete che bello!
Buona Pasqua e un grazie potente a tutti.
Vostro p. gianni nobili mccj

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Per comunicare con P. Gianni la posta tradizionale non funziona. Esistono solo
le strade dell’elettronica.
Il suo telefono in Congo (Vodacom) 00243.81.20.67.113 può ricevere telefonate e
SMS ( con le schede del mercato internazionale molto usate dagli africani in
Italia). Ma i suoi SMS non sono ricevuti da gran parte dei telefoni
italiani. Abbiate pazienza.
Da Bondo, con il sistema Internet Satellitare a scheda GPRS, affidabile ma un
po’ costoso, padre Gianni può ricevere e inviare messaggi e-mail all’indirizzo
gianni@panespezzato.it
Oltre alla lettera agli Amici, che arriva per posta a Pasqua e a Natale a chi la
richiede e via Internet a chi ci comunica il suo indirizzo, potete avere
maggiori notizie della Missione di P. Gianni sul sito www.panespezzato.it  Si
tratta di una Storia iniziata nel lontano 1968 in Burundi.

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Per  sostenere l’attività missionaria di P. Gianni e della sua Comunità, la via
più semplice è:
– Per gli amici della Provincia di Sondrio “Pane Spezzato” dispone dei seguenti
conti correnti:
Credito Valtellinese: conto n. 2828 – Banca Popolare di Sondrio: conto n. 4800
– Per il resto d’Italia e per coloro che volessero usufruire dello Sconto
Fiscale: C.C.P. 28.39.43.77 intestato a: Missionari Comboniani – Mondo Aperto – Onlus
Vicolo Pozzo, 1 – 37129 – Verona.

Motivo: progetti solidarietà di P. Gianni Nobili

Topics: Diario di Missione, Lettere Pasqua | 3 Comments »

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