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SANTA PASQUA 2010

By admin | marzo 13, 2010

PANE SPEZZATO…. CONDIVISIONE e RICERCA sulle strade della MISSIONE

Bondo, Pasqua 2010 Carissimi,abbiamo vissuto gennaio e febbraio intensi oltre misura per quanto riguarda l’organizzazione della Diocesi. Il vescovo, giovane e pieno di entusiasmo, ci ha messi tutti in uno stato di ricerca e di riflessione sulle sfide pastorali che ci aspettano in questo decennio che precede il Giubileo della Fondazione della Chiesa a Bondo.
Per tutto il mese di gennaio ha voluto i suoi sacerdoti accanto a sé. Per incoraggiarli e per formarli ad una visione moderna del lavoro pastorale, nonostante siano sparsi in varie parrocchie in contesti difficili, in piena foresta, a distanze enormi e con mezzi di trasporto ridotti al minimo: moto e biciclette. Ha avuto il coraggio di impostare una pastorale centrata sulla responsabilità di ciascuno; ha creato commissioni di lavoro e di riflessione che coinvolgono ciascuno di noi secondo la propria esperienza e le proprie capacità.
No ha paura di un passato doloroso, e invita tutti a guardare avanti, a trovare energie e risorse per affrontare i gravi problemi della nostra gente.
Adesso abbiamo fra le mani un Piano pastorale che farebbe invidia a qualsiasi Diocesi europea o americana, con obiettivi e strategie ben definite, previsioni e priorità che cercano di orientare le poche energie a disposizione. Ma questo è il grosso problema che ci preoccupa:  sfide ecclesiali economiche e sociali da capogiro e persone e mezzi estremamente limitati. E di fronte a noi un mondo giovane che avanza…e che ha bisogno di proposte positive dopo anni di disordini e guerre che hanno messo il Paese in ginocchio.
La generazione attuale di ragazzi che, attraverso la scuola e la radio, intravedono e sognano la possibilità di un Mondo migliore rispetto alla dura realtà che li circonda, stanno vivendo una fase di  relativa calma sociale; ma non possono avere le cose fondamentali che ogni giovane di questo mondo si aspetta di trovare sul suo cammino: una buona educazione, spazi di attività e di aggregazione, un po’ di svago e di sport, …
Cose semplici, ma per ora fuori dalla loro portata. Studiare è un’impresa che pesa fortemente sulla famiglia, lo Stato è assente, si limita a dare un misero salario agli insegnanti, come  a tutti i suoi funzionari. A tutto il resto, strutture e attrezzature fondamentali, deve provvedere la Scuola: cioè, la famiglia cui la Scuola comunque si rivolge con richieste sistematiche di tasse e contributi vari. Molti non ce la fanno. Tanti ragazzi si perdono per strada.
Accanto alle sfide dell’educazione mettete anche quelle fondamentali della salute e del lavoro e avete un’idea di come stanno le cose. A parte l’attività agricola, la maggioranza assoluta della gente non ha un lavoro da reddito fisso.
Quindi disponibilità di denaro ridottissima. Anche se non si può dire che a Bondo ci sia la fame, la vita della gente è dura. Colmo dell’ironia, il fatto che nella zona Amministrativa di Bondo esistano parecchie miniere artigianali di oro e di diamanti, quindi una ricchezza oggettiva, ha portato i prezzi dei beni fondamentali a livelli esagerati. La vita costa più cara che nella città di Kisangani, la capitale della Provincia.
All’Ospedale magari salvano la vita di una persona… ma sparano fatture che gettano la famiglia in debiti pesantissimi. Giorni or sono un marito disperato è venuto a dirmi: “Padre, vieni a dare l’estrema unzione a mia moglie…ha una peritonite acuta…non ho i soldi per l’ospedale. La porto dalla sua famiglia a morire in pace!”  Naturalmente ho reagito come di dovere… ho sostenuto l’operazione in extremis… e spero che la donna si salverà. Ma quante altre
persone se ne vanno silenziosamente?
Ci domandiamo spesso cosa potremmo fare per vincere questo cerchio di reale schiavitù economica e sociale nella quali si trova la nostra gente. Non bastano carità e aiuti esterni. Ci vorrebbero grossi interventi strutturali che permettano alla società di decollare. Ma se lo Stato è assente non possiamo farci illusioni: alla popolazione non resta che lottare con le proprie forze per sopravvivere.
E a noi che condividiamo questa realtà. la sfida immensa di aprire la coscienza e la mente della gente perché si rendano conto della situazione.
Ecco perché in questo tempo di Quaresima mi capita spesso di riflettere sulla figura biblica di Mosè. Vi ricorderete che Yahweh (il Dio dei suoi antenati) lo aveva scaraventato in un’avventura pazzesca: condurre fuori dall’Egitto un’accozzaglia di gente schiava del Faraone, guidarla verso la terra della libertà e aiutarla a diventare addirittura il Popolo prediletto e Santo.
E’ la Storia della Salvezza e della Liberazione dell’Umanità. Una Storia faticosa e sofferta. Che in più momenti ha portato Mosè fino al limite dello scoraggiamento di fronte alle sbandate del popolo, alla sua insensibilità, ai suoi tradimenti, alla sua durezza di cuore. Per fortuna Mosè ha resistito fino a portare Israele sulla soglia della terra Promessa. Ma che fatica.
Questa mi sembra sempre più  anche la storia che stiamo vivendo con la nostra gente. Condizionata da tradizioni secolari di individualismo, paura della novita’ e del cambiamento, convinta soprattutto del vantaggio immediato e poco disposta a sacrificarsi per gli altri, la nostra gente fa fatica a “crescere”, a impegnarsi per un vero sviluppo integrale.
Per di più ci sono tanti Faraoni che condizionano l’esistenza del nostro popolo e ne impediscono la liberazione culturale ed economica. Ce ne sono tanti, ben conosciuti a livello nazionale e provinciale. Altri a livello locale. Ma ce ne sono altri ancora, senza nome e senza volto che controllano il suo destino nelle pieghe del sistema economico mondiale. Così il Congo vive la contraddizione assurda di essere una paese ricchissimo con una popolazione al limite della miseria.
L’ infinita capacità di resistenza della nostra gente, la sua voglia di vivere, anzi di danzare la vita nonostante tutto, rischia di nascondere la gravità della situazione, alla lunga rischia di spegnere la sua capacità di ribellarsi all’ingiustizia e alla corruzione diffusa nel tessuto delle istituzioni pubbliche. Nell’ambito della nostra missione abbiamo un compito ben difficile davvero, quello di  cercare insieme, come popolo “già amato e liberato da Dio” la strada per una totale liberazione da tutti i piccoli e i grandi faraoni che l’opprimono.

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Corso Formazione Catechisti.
Dovevano essere almeno quaranta, ma ne sono arrivati solo 20! La ragione fondamentale è che il mese di gennaio è tradizionalmente dedicato alla preparazione dei campi; un lavoro che dura, a singhiozzo per un paio di mesi; ma che a gennaio tocca i momenti più delicati: il sole tremendo di questa stagione, secca alberi e sterpaglia tagliata già a dicembre, e li prepara per essere bruciati prima della semina. Non si può sbagliare nella preparazione dei campi. I catechisti sono dei volontari a servizio della Comunità. Non hanno un salario. Dedicare oltre un mese alla loro formazione in un periodo così importante per la vita delle loro famiglie è stata una scelta generosa nei confronti della Comunità, ma anche pesante per la loro economia familiare. Dopo aver consultato il vescovo, abbiamo deciso di offrire loro un piccolo aiuto straordinario di quindici dollari a testa. Così, mentre essi continuavano i loro corsi di formazione, alcuni operai sono partiti  a tagliare i campi per le loro famiglie.

Tornado fuori stagione.
E’ successo in piena stagione secca, anche se  è rarissimo che un tornado di quella violenza possa abbattersi sulla nostra zona che è praticamente tutta una grande foresta. Ma anche in Africa il clima è impazzito. Lo dice anche la gente semplice che pure non sa del grande dibattito che si svolge da tempo a livello mondiale a proposito dei cambiamenti climatici…
Il fatto è che domenica 31 gennaio, nel pieno pomeriggio, la nostra cittadina di Bondo è stata investita da un tornado tremendo. E sono volati via, come tappeti volanti, i tetti di paglia di tante case della povera gente nei vari quartieri della città. Attraversata tutta la città, il tornado è arrivato nel centro di solidarietà e di accoglienza Elikya, dove da alcuni anni vengono accolte tante persone fragili che le famiglie non riescono o non vogliono curare. Qui si è sfiorata il dramma: oltre al tetto della casa principale, scoperchiata completamente, il vento ha scardinato le “tolle di zinco” (onduline) di una seconda casa dove sono alloggiati alcuni ospiti anziani e debilitati, facendo crollare gran parte dei muri di una fiancata. Per un vero miracolo solo due persone sono rimaste ferite leggermente! Ma il danno è stato enorme per la piccola Comunità.

Presenze preziose
Siamo alla  fase avanzata della esecuzione di un progetto che la Diocesi di Bondo, sostenuta dalla Diocesi di Treviso, dalla Regione Veneto e dal Governo Italiano hanno messo insieme in questi anni. Giuseppe Solfrini, un giovane e dinamico volontario della Cooperazione Italiana è venuto a completare la costruzione dell’Ospedale “Ntongo Etani”: un nome simbolico che significa “il mattino si è illuminato”. Se tutto va come previsto avremo presto un Centro di salute concepito in modo semplice e moderno, in grado di offrire servizi di qualità e accogliere eventualmente  dei medici esterni specialisti. Una perla preziosa per tutto il nostro territorio, e per una popolazione di oltre centomila abitanti.
Inoltre, nella nostra Comunità, a metà gennaio è arrivato Giovanni Ciapponi, un laico missionario che sta girando mezzo mondo ad aiutare i missionari valtellinesi. Problemi tecnici e impianti elettrici e idraulici che aspettavano da anni di essere messi in azione, sono stati risolti con grinta e fantasia. Giovanni ha un cuore d’oro e lavora come un treno; ma non riesce ad accettare il ritmo “ridotto” dei nostri lavoratori locali; per lui è una grossa sofferenza.

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I vostri doni del 2009
Anche quest’anno i doni di Pane Spezzato, tra Verona e Sondrio, hanno superato i 30.000 dollari che abbiamo distribuito secondo un’esperienza collaudata: basandoci su contatti personali e piccoli progetti mirati. Dalla Procura mi arrivano i rapporti dettagliati con i vostri nomi e indirizzi… purtroppo da qui non posso scrivervi tramite la Posta. Se mi mandate una piccola nota via E-mail sono felicissimo di dialogare con voi.
Ecco una piccola sintesi di come abbiamo destinato i vostri doni: ci sono le Borse di Studio (con candidati del Burundi; Malawi-Zambia e Congo). Ci sono i ragazzi più poveri e disprezzati della capitale Kinshasa, seguiti dal nostro P. Gaetano Manzi. C’è l’aiuto a Suor Antonia con un laboratorio per ragazze. C’è il sostegno ad un giovane Sacerdote inviato agli studi per poi guidare l’Amministrazione della Diocesi. C’è il sostegno ad un catechista-Animatore, che con la sua famiglia è stato inviato ad un Corso di Formazione di due anni a Bunia. Oltre alle emergenze e ai casi disperati che riusciamo ad affrontare, cerchiamo di sostenere persone e realtà che hanno una possibilità di crescita, che possono portare a un ulteriore servizio alla comunità, che possono moltiplicare il bene che ricevono.
Poi c’è la nostra Missione di Bondo, alle prese con spese straordinarie per funzionare in un contesto geografico isolato dal resto del mondo: pensate che la maggioranza dei prodotti del mercato arrivano a Bondo trasportati da ciclisti che sono autentici eroi della strada. Li chiamano “tolekisti”; sono capaci di fare oltre 500 chilometri in due settimane carichi fino a 150/180 kilogrammi di materiale che varia da 6 casse di birra, a sacchi di sale o zucchero, a strumenti svariatissimi per la casa, a sedie di plastica e a tre sacchi di cemento.
Il costo dei materiali di costruzione, ferro, cemento, sabbia e pietre, è salito al punto tale che il nostro Progetto della Casa di accoglienza ci verrà a costare il doppio del previsto (oltre 30.000 dollari) e cercheremo di realizzarlo in due anni, man mano che ci arriveranno gli aiuti necessari. In vista di ridurre i costi, abbiamo tentato una spedizione lungo il fiume per raggiungere il porto di Bumba sul fiume Congo; mettendo insieme trasporto via strada e via fiume con una grande zattera; ma i risultati non sono stati positivi come speravamo. Il vecchio Camion Fiat C 90 è tornato a casa dopo mesi, malconcio. Così pure la vecchia Land Cruiser e il trattore. Hanno tutti bisogno di una manutenzione straordinaria  che li rimetta in pista. Se troviamo i pezzi necessari, ripartiranno per altre imprese. Altrimenti pazienza…
Intanto posso assicurarvi che centinaia di persone, soprattutto insegnanti, studenti e persone in difficoltà, hanno potuto trovare un sostegno prezioso con i vostri mille doni personali, ma soprattutto con il progetto: “Borse di lavoro” finanziato dalla simpatica Associazione “La Goccia” (quella dei Panettoni e delle Uova solidali).

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E siamo agli auguri Pasquali.
Vorrei offrire a ciascuno di voi che ci accompagnate in questo servizio missionario le stesse parole preziose che l’Apostoli Pietro ha lanciato allo storpio che se ne stava presso la porta del tempio di Gerusalemme a chiedere l’elemosina a coloro che entravano. “Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, alzati e cammina!”.
Un dono che ha liberato un corpo e una vita bloccata da anni nella solitudine e nella tristezza.
Soprattutto a tanti splendidi amici e parenti che sono ancora bloccati da una prolungata assenza di dialogo con quel Cristo che ha preso su di sé il nostro peccato e il nostro dolore e lo ha cancellato per sempre.. “Amico, alzati e cammina”!
Magari avrai un po’ di paura o di disagio a “spezzare il pane” nella Comunita’ dopo anni di latitanza. Ma non puoi immaginare la liberazione e la gioia di Pasqua se non butti via quelle assurde stampelle sulle quali tenti di costruire la tua felicità da solo; ma soprattutto se non ti lasci lavare dal sangue che
sgorga da quel “Cuore squarciato dalla lancia”. Proprio per te!

Forza amico! “Alzati e cammina”! Andiamo incontro al Signore Risorto!
Un grazie potente a tutti!  Buona Pasqua.
p. Gianni

Topics: Diario di Missione, Lettere Pasqua | No Comments »

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