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Bujumbura (Burundi), Febbraio 1969

By admin | febbraio 1, 1969

G.A.M. ’12 UN IMPEGNO EFFICACE AL SERVIZIO DELLA VITA

Bujumbura (Burundi), febbraio 1969

Carissimi amici,
qualcosa sembra mettersi in moto davvero. GAM ’12 è appena nato e già muove i primi passi
circondato da una franca amicizia e da un interesse crescente. Le numerose vostre lettere mi testimoniano la gradita sorpresa di sentirvi d’un tratto così vicini alla mia vita e quasi presenti a ciò che sto combinando in questo piccolo paese africano.

Per ora le notizie sono buone e lo saranno ancora a lungo, non temete. Qualcuno di voi ha
tremato pensando « all’avventura » in aereo. Non ne valeva la pena; il piccolo-vecchio Apache è
finito in officina e fra qualche settimana, rimesso a nuovo, continuerà a trasportare gente nei paesi
vicini. E’ ancora presto per mandarlo in pensione.

Durante la Quaresima sentirete spesso parlare della fame e della miseria di cui è pieno il
mondo. Dopo averla conosciuta anch’io sui libri e sentita raccontare dagli altri, ora la sto scoprendo
fra la mia gente. Vi assicuro che c’è da riflettere.

Qui in Burundi, la popolazione è di circa tre milioni e in genere non hanno altro che una zappa e un fazzoletto di terra per costruire la loro vita e quella dei loro figli; se la stagione è buona, non muoiono certo di fame, (da secoli ormai sono abituati a mangiare una volta al giorno), ma hanno diritto a qualcosa di più.

Un operaio generico riceve 20-30 franchi al giorno (circa 180 lire); un buon muratore può arri-
vare fino a cento franchi (600 lire); un cuoco prende 160 franchi la settimana (pari a 1000 lire). E
questi sono fortunati: almeno hanno un lavoro.

La massa invece ha la sua vita legata alla terra!

Ogni mattina vedo passare di fronte a casa lunghe file di gente dal passo affrettato; fin dall’alba
si riversano tutti al gran mercato della città, nella speranza di vendere per pochi franchi il meglio delle loro fatiche. Sembrano perfino rassegnati al fatto che il benessere è solo per i bianchi: i frutti della tecnica e del progresso li possono ammirare, sì, ma nelle vetrine ben protette da solide sbarre.

Qui a Bujumbura riflettiamo seriamente al problema di una collaborazione missionaria più vasta
e aperta, se necessario, a formule nuove; siamo decisi a preparare una base per quelle energie che
volessero aggiungersi alle nostre per dare « insieme » una testimonianza di carità.

Ma sia chiaro che solo chi ha la testa e il cuore ben saldo può mettersi in una strada del genere
che impegna il meglio di se stessi. Come vedete GAM ’12 è nato in questa prospettiva; vuole coinvolgerci personalmente alla missione e farci sentire l’efficacia immediata del nostro impegno spirituale e materiale.

Sarà bene che vi ripeta, per evitare scrupoli inutili, come va inteso il vostro dono mensile.
E’ anzitutto un gesto da amici: è come una manata sulle spalle, una stretta di mano che voi mi date da lontano dicendo: “Forza Gianni, tieni bene il tuo posto. Fa’ un po’ di bene anche a nome nostro”!
Ed io mi sento raddoppiare la buona volontà sapendo di avere alle spalle un sostegno così solido.

E’ un segno della maturità umana e cristiana della vostra coscienza, aperta ai problemi del mondo e della Chiesa. Esso non deve perciò assorbire tutta la vostra « carità », ma ravvivarla; sentitevi contenti del gesto che fate, ma non “fermatevi a quello”!

Il Salario di un’ora di lavoro, dono concreto e accessibile a tutti, è solo un punto di riferimento materiale. Quello che importa è far scendere in noi la convinzione che lo sforzo per essere fedeli al nostro lavoro, alle responsabilità della vita o alla nostra umile sofferenza, va sintonizzato con l’azione di tutta la Chiesa, questa comunità di uomini che nel Signore si vogliono bene.

Per questo ci diamo una mano e camminiamo insieme.

Intanto da oltre un mese sto divorando a fatica la grammatica Kirundi. Si tratta di una lingua
Bantu, molto difficile, più ancora del Greco e del Tedesco messi assieme. Pure studiando forte sten-
tiamo ancora a dire quattro parole di saluto. Ma non c’è altra scelta.

L’ostacolo è lì, grosso come una montagna e va superato di slancio in pochi mesi per poterci
mettere al lavoro.

Per il clima non c’è male. Mi sono abituato bene, e la malaria la tengo lontana a forza di
pillole: sarebbe un guaio averla tra i piedi proprio adesso. Per il prossimo mese vi propongo un’in-
tenzione potente: qualcosa di bello si sta realizzando, e il merito è certo del vostro entusiasmo.
Un mio confratello ha apprezzato la nostra formula di collaborazione e vuole realizzarla nella sua
comunità parrocchiale.

Sorgerà quindi presto un altro GAM ’12 a Milano!
E nello stile di amicizia che ci deve distinguere, ricordiamo al Signore questo nuovo gruppo di gente che si riunisce attorno al suo missionario per dargli una mano preziosa. Vedete che le cose vanno bene? Forza allora!

Da tempo qui è iniziata la stagione delle grandi piogge, e quasi ogni giorno ci sono temporali
improvvisi e violenti. E’ un po’ comico, ma è proprio in questo periodo che l’acqua in casa è venuta
a mancare di frequente; saremo costretti a .prendere una doccia sotto la grondaia oppure, più sem-
plicemente, a tuffarci nel lago. Staremo a vedere!

Sono in forma e spero altrettanto di voi.

A risentirci -per Pasqua. Vi abbraccio forte.

Forza GAM. Un grazie potente a tutti. P. Gianni

Topics: '68 - '73 Burundi | No Comments »

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