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Bujumbura (Burundi), Maggio 1969

By admin | maggio 1, 1969

G.A.M.’12 UN IMPEGNO EFFICACE AL SERVIZIO DELLA VITA

Bujumbura (Burundi), maggio 1969

Carissimi amici,

il 4 giugno, ventinove anni fa si è accesa la mia stella. Mi dissero poi che in quei giorni l’Italia si era messa a fare la guerra, chissà perché! Per conto mio l’allarme e il coprifuoco, il pane nero, gli aerei e le bombe sulla città, il rifugio dell’asilo pieno di patate, mio padre che torna da soldato con la barba lunga e una valigia di ferro.. . sono le immagini che porto dentro alla rinfusa insieme con i primi ricordi dell’infanzia.

Da ragazzo ho deciso di campare fino al duemila per vedere tante cose! Ora mi fa un certo effetto scoprire che sono ormai a metà strada; contento però di aver imbroccato un cammino che merita d’essere percorso fino in fondo nonostante le asperità che può presentare.

* * *
Mentre vi scrivo alcuni Italiani sono coinvolti nel dramma del Biafra e non sappiamo ancora se si salveranno. Di fronte a tante vittime di una guerra senza senso, sarebbe ora che anche i nostri responsabili agissero con un po’ di decisione. Purtroppo gli interessi politici ed economici bendano gli occhi e legano le mani . . .
Inoltre sento alla Radio che l’Italia sta attraversando un periodo assai turbolento a causa di tante lotte sociali; crisi politiche e dimostrazioni operaie e studentesche.

Tutti quelli che pestano i piedi giureranno di essere sinceri, ma è brutto constatare che in un
mondo come il nostro, pur così soddisfatto dei suoi progressi e della sua cultura, l’egoismo e la violenza hanno il sopravvento sulla giustizia e la comprensione.

Quante energie umane vanno alla malora in un assurdo braccio di ferro fra chi difende a denti
stretti un super-benessere e chi vuole farsi strada ed avere la sua parte ad ogni costo. Oltre ad evitare noi stessi atteggiamenti del genere, preghiamo almeno per quelli che nella ricerca della giustizia devono soffrire tanto.

* * *
Dalla Missione affare dei preti, alla Missione opera della Chiesa.

Fin quasi ai nostri giorni sembrava cosa pacifica che le Missioni fossero un affare di qualche
migliaio di preti e suore, un po’ coraggiosi e un po’ matti, che piantavano tutto per andare in capo
al mondo, magari rischiando la vita.

Adesso le cose riprendono le giuste proporzioni.

Il merito è del Concilio Vaticano II, che ha dato ai Vescovi e a tutta la comunità cristiana una maggiore coscienza delle attese del Mondo nei suoi riguardi. Gli uomini aspettano ancora la Rivelazione di Dio incarnato nel Cristo; e l’impegno di annunciarla diventa urgente.
Questa è la vera Missione della Chiesa!

Questo è un dovere serio per ogni cristiano che il Battesimo non trasforma in un privilegiato se
non nell’ordine di un servizio ai fratelli.

Ognuno di noi dimostra una vera maturità quando sente il dovere di facilitare l’incontro fra il
Signore e chi ancora non ha fatto l’alleanza di Pace e di Amicizia con Lui.

Anche se c’è molto da fare all’interno della comunità cattolica, è urgente stabilire un contatto
con chi non ha mai sentito parlare di Cristo. E sappiamo bene che i non-Cristiani sono masse enormi nel mondo d’oggi, soprattutto nei Paesi giovani che sono letteralmente presi d’assalto dalla civiltà moderna.

Le prospettive della Missione oggi si sono allargate superando qualsiasi limite di spazio e di persone: per questo è necessaria una «mobilitazione ecclesiale»; bisogna che ciascuno dia un con-
tributo efficace a questa opera che è di tutti.

Naturalmente l’obiettivo finale della Missione della Chiesa rimane l’adesione degli Uomini all’Amore del Signore, attraverso una vita di Fede e di Carità secondo il Vangelo. Chi si consacra a
questa causa sa bene di essere coinvolto in un servizio che non ammette mezze misure. Ma l’ideale
di vita che Cristo offre all’uomo, abbraccia anche le altre dimensioni fondamentali dell’esistenza ter-
rena; e in questo senso, per chi vuole “testimoniare il Vangelo”, le prospettive di azione diventano
enormi, sia in patria, sia lontano da casa.

Ognuno fa serenamente la sua scelta, sapendo che ogni collaborazione allo sviluppo integrale di
un popolo o di un uomo è già opera missionaria, nella misura in cui il motivo di questo lavoro è
la Carità.
«Da questo vi riconosceranno che siete miei discepoli»!

* * *
Giorni fa, verso mezza notte siamo stati svegliati da scossoni tremendi. Appena in tempo per
accorgerci che un terremoto coi fiocchi stava scuotendo la casa; in un attimo alcuni miei amici erano già saltati in giardino temendo il peggio; visto che la casa resisteva bene, io ho preferito «girarmi dall’altra parte » e continuare a dormire.

* * *
Dalle vostre lettere ho la gioia di constatare l’impegno bello e costante che vi anima tutti.
Mentre il «Gruppo-Cervello» di Sondrio rende possibili questi nostri incontri mensili, c’è chi si
interessa attivamente ad allungare la catena dei nostri amici; della loro costanza fraterna noi tutti
del GAM siamo contenti e li ringraziamo.

Inoltre io prendo nota dei vostri desideri; celebro le S. Messe che mi richiedete e soprattutto
sono vicino a chi passa dei momenti difficili di ogni genere. Vorrei poter arrivare in casa vostra
almeno ogni tanto con due righe; vedete bene che non è possibile; sappiate però che vi ho presenti
tutti ogni giorno nella mia preghiera di prete.

Un augurio speciale a tutti gli studenti alle prese con i soliti terribili esami. Fatevi coraggio;
fra poche settimane il sole delle vacanze farà evaporare il vostro momentaneo sudore!

Nel ricordo della Madonna che ha riempito della sua presenza questo mese di maggio, vi
mando la solita tonnellata di saluti.

State bene. Forza GAM. Ciao a tutti. P. Gianni

Topics: '68 - '73 Burundi | No Comments »

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