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Isiro (Zaire), Maggio 1983

By admin | maggio 1, 1983

Isiro (Zaire), Maggio 1983

Carissimo Don Giuseppe,

Salve! Sto uscendo lentamente da un periodo abbastanza delicato, difficile nel senso più onesto del termine! Non ho scritto molto perché il dovere quotidiano, il “dover essere disponibile” fino in fondo alla gente mi ha assorbito al di là di ogni aspettativa:

E poi il clima non scherza; si fa sentire nelle ossa e lascia il segno giorno per giorno. Per seguire ogni cosa bene (cosa impossibile) bisognerebbe essere dei mostri di energia e di santità; invece siamo solo dei poveri uomini “ di buona volontà”, ma di energie limitate. Sto comunque entrando in questo mondo vasto per la dimensione e per i problemi.
Pensa che tra Ango e Dakwa, le due Parrocchie nostre qui in zona, abbiamo un territorio grande come la Lombardia.
Noi di Ango abbiamo “soltanto” 75 Cappelle (o Comunità); quelle di Dakwa sono 95! Con i relativi catechisti, animatori, consiglieri, da seguire, formare, sostenere! Sono delle Comunità cristiane che stanno in piedi con la Parola del Signore. Poi, ogni tanto, (magari solo una volta all’anno) ricevono l’Eucaristia e gli altri Sacramenti.
C’è qui una Chiesa che sta in piedi perché la gente sta gradualmente generando i ministri di cui ha bisogno, i “fratelli in servizio” alla comunità. Attorno a questa “realtà Chiesa” c’è tutto quanto riempie la vita di un missionario: il servizio quotidiano per la vita della sua gente: l’educazione, la difesa dei diritti fondamentali, la salute.
Le cose si stanno rivelando sempre più gravi, perché i problemi si accavallano; a difficoltà si aggiungono altre difficoltà.
La sera del Giovedì Santo, mentre celebravamo la Messa della Cena del Signore, è venuto un uragano terribile, il primo della stagione delle piogge. Per oltre mezz’ora la pioggia è caduta come una benedizione che si mescolava ai canti della gente. Poi il vento si è messo a turbinare, ha trasformato il temporale in un disastro: le scuole elementari dei ragazzi che sono a un passo dalla Missione sono andate praticamente distrutte. Su quattro costruzioni una sola è rimasta sana e funzionale: le altre sono state scoperchiate, lamiere e capriate volate via di colpo. Il mattino seguente abbiamo raccolto 450 lamiere di zinco più o meno massacrate. Un’altra costruzione ha avuto lesioni pericolose: crepe di 4/5 centimetri nei muri portanti. Non è più agibile! Davvero è stata una brutta botta.

Per far fronte alla situazione abbiamo messo in piedi un comitato per ricostruire le Scuole; ma è un’impresa che richiederà tonnellate di pazienza. Per tanti anni la gente non è stata abituata a partecipare nella gestione della Parrocchia e delle sue strutture in modo efficace. Dopo l’esperienza coloniale ( durante la quale erano stati al tempo stesso sfruttati dallo Stato e caricati di doni dai missionari), i cristiani si sono adagiati e hanno lasciato andare un po’ tutto alla malora. Sono ancora convinti che i Padri risolveranno i problemi da soli.
Adesso, con la calma tenace di chi sa che la cosa più importante è mettersi in cammino, proveremo ad invitare ciascuno ad offrire quello che ha in termini di esperienza e di energia, di doni e di forza che il Signore ci ha dato per condividere.

Altra grana: dopo le prime piogge benedette, la gente si è buttata a lavorare i campi e toh! che di colpo le piogge si sono arrestate e il sole si è messo a picchiare di brutto. Il mais, spuntato da poco, s’è già bruciato, e biisognerà ricominciare tutto da capo.

Ti scrivo da Isiro, dove sono tornato dopo oltre quattro mesi di vita in savana. Domattina presto torno a casa. Il papà mi aspetta e sta bene. Come al solito lavora più delle sue forze; ma tutti gli vogliono bene.
Ti pensiamo molto. Scusaci il lungo silenzio; ma prima di tutto cerchiamo di essere presenti a questa gente per la quale siamo venuti. E’ una presenza molto esigente che lascia poco spazio per se stessi e gli amici lontani. C’è però modo di sentirci in Comunione con Lui ogni giorno.
Ti saluto fraternamente, e, anche a nome dei nostri cristiani, ti ringrazio di tutto.
P.S. Puoi anticipare al Dott. Maselli che sto raccogliendo i dati necessari per proporgli un intervento; ma è ancora presto.

Un abbraccio.

P. Gianni

Topics: '82 - '90 Congo | 1 Comment »

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