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Venegono Superiore (Italia), Maggio 1975

By admin | maggio 1, 1975

G. A. M. ’12 “Un impegno efficace al servizio della Vita!”

Venegono Superiore (Italia), Maggio 1975

Carissimi,
improvvisamente in Burundi le cose vanno molto male per i miei amici.
Poco fa sono arrivate notizie cosi brutte che il nostro Superiore Generale ha deciso di recarsi giù  a vedere personalmente cosa si può fare per rimediare la situazione.
Il fatto è questo: per motivi che non riusciamo a capire, le autorità hanno deciso di cacciar via un gruppo di 8 missionari comboniani, tutti operanti nelle missioni del Nord del Paese, dove stiamo lavorando da più di dieci anni.
I motivi non li conosco ancora; ma non mi è difficile immaginarli.
Dopo i terribili avvenimenti del ’72 e i massacri che hanno lasciato nel cuore di tutti paura e odio, ogni gesto, anche il più naturale e innocente, viene interpretato con malizia da parte dei Batutsi al potere. Se aiuti una vedova e tenti di proteggerla nei suoi diritti calpestati, sei subito schedato e tenuto d’occhio. Se esprimi un giudizio sul modo di agire senza scrupoli delle Autorità, gli amici che ti ascoltano saranno magari i primi a tradirti; se cerchi di dare alla gente un po’ di coscienza dei loro diritti, le reazioni possono essere assai dure.

D’accordo: ogni missionario deve essere disposto a tribolare e soffrire per la causa che ha scelto con convinzione; ma in caso di espulsione, dispiace abbandonare la gente in balia di tante ingiustizie.
E’ un problema assai delicato.
Reagire ad ogni occasione o sopportare con pazienza? Ma fino a che punto?

*      *      *
E’ importante che, chi soffre per i fratelli e per il Vangelo non sia lasciato solo.
Noi, con il nostro gruppo,è quello che cerchiamo di fare:
– nell’amicizia; – nella preghiera; – nell’aiuto concreto.

Ho ricevuto la lettera del P.Gaetano, che si trova in Rwanda con i rifugiati barundi; mi annuncia di aver fra le mani  il dono che gli abbiamo mandato per lui e i suoi amici.
So bene che con quello che gli abbiamo dato non andrà molto lontano; ma in futuro potremo sempre rinnovare il nostro sostegno anche a lui.
Mi ha scritto una lettera veloce e senza molte notizie; e questo non mi sorprende.
Ha certamente così tanti problemi da risolvere che gli manca il tempo e la voglia di mettersi a scrivere. Ma chi è stato in Africa capisce al volo; certe esperienze e certe sofferenze si ha quasi il pudore di manifestarle agli altri, perché non le capirebbero. Si preferisce pregarci sopra e cercare le energie per continuare; senza aspettarsi troppo dall’esterno.

*      *      *
Intanto il progetto: “Una casa per Mamma Berta” sta andando bene. Durante le settimane intorno a Pasqua abbiamo raggiunto la cifra necessaria: mezzo milione. Ho già provveduto a mandare la somma a P.Gaetano, il quale si sta interessando per avere un pezzo di terra e poi  troverà anche gli operai e il materiale necessario.
Aiutata in questo modo la mamma di Fides avrà presto la sua casetta e potrà lavorare in pace con i suoi bambini accanto, libera e contenta. Dato che è maestra diplomata, penso che in mezzo a tanti amici Barundi fuorusciti, Berta riuscirà ancora a rendersi utile.

Sono proprio contento che anche questo piccolo progetto sia andato in porto presto e bene.
Ad essere sincero non ho mai dubitato che ce l’avremmo fatta.

Più i mesi passano e più mi accorgo che alcuni nostri amici tengono bene il ritmo … altri invece sembrano un po’ distratti; perdono il passo; dimenticano forse l’impegno che insieme stiamo portando avanti.
Ve lo richiamo fraternamente. Il 12 di ogni mese deve restare per tutti il giorno in cui pensiamo, come d’accordo, ai nostri fratelli del Terzo Mondo.
Mi viene in mente a proposito quello che ci capitava in Burundi quando andavamo sulle  colline a trovare i cristiani; al mattino presto, durante gli spostamenti, c’era sempre qualcuno che andava davanti agli altri; lo chiamavamo “INKOMARUME”, cioè “quello che batte la rugiada”, che fa strada agli altri nella savana, che si prende il fastidio dell’erba bagnata che lo flagella sul volto e sulle gambe, gli inzuppa i vestiti e gli rende penoso il cammino, stancandolo più di ogni altro.
E’ un servizio che costa, ma che è a beneficio di tutti.

Mi sto convincendo sempre di più che in ogni ambiente, in ogni settore della vita, in pratica dovunque si fa qualcosa di buono, qualcuno deve accettare di mettersi in prima fila, di addossarsi l’impegno difficile ma importante di fare il “battistrada”; essere per gli altri un punto di riferimento e un richiamo.

Così capita anche nella vita della Chiesa, la Comunità nella quale tutti ci troviamo a camminare, e dove fraternamente uno può prendere e offrire agli altri utili ispirazioni per le sue scelte fondamentali.
Per noi cristiani immersi in un mondo imbavagliato da tanti egoismi è necessario che ogni tanto qualcuno ci aiuti a pensare alla dura realtà nella quale si dibattono i nostri fratelli: la realtà di chi soffre senza colpa; di chi è sfruttato e perseguitato; di chi ignora la speranza alla quale tutti siamo chiamati.
La speranza di una liberazione completa dalle cattiverie che ci stringono da ogni parte e dall’egoismo che ci blocca dal di dentro.

*      *      *
Penso che se rimaniamo in contatto con la dura realtà del Terzo Mondo, dove migliaia  di missionari stanno lavorando con impegno a nome nostro, anche le difficoltà della nostra vita  acquistano una dimensione più accettabile e le sappiamo affrontare con maggior fiducia.
Da parte mia, anche se il tempo che ho a disposizione comincia ad assottigliarsi sempre più, questo servizio intendo portarlo avanti.
Sembra incredibile come la vita qui in Europa ti prenda come un vortice da cui è difficile uscire.
Le richieste di animazione missionaria che abbiamo qui a Venegono si susseguono continuamente, e ci portano in lungo e in largo per le province di Varese e di Milano, in mezzo ai giovani che hanno tutta la buona voglia di fare qualcosa di bello per i loro fratelli, ma spesso fanno fatica a trovare occasioni concrete di impegno.

Per loro stiamo preparando dei campi di lavoro. Siamo convinti che in giro c’è tanta buona volontà, che messa nell’occasione di esprimersi può cancellare l’impressione sbagliata che il mondo stia per andare a rotoli.
Che il mondo stia cambiando è anche vero; ma è importante che ciascuno di noi dia una spinta nel senso giusto.
Ne vale la pena!
*      *      *
Nella prossima lettera vi presenterò il nuovo progetto.

Sarà un po’ una sorpresa, frutto maturato dall’impegno di un gruppo di giovani della Parrocchia di SENAGO, vicino a Milano.
Pregate il Signore che la prova che il Burundi sta attraversando si concluda in modo  positivo.                                                                                  –
Vi ricordo tutti e vi saluto fraternamente.
Ciao a tutti e forza!

P. Gianni    

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