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Mabayi (Burundi), Dicembre 1969

By admin | dicembre 25, 1969

“G.A.M. ’12 UN IMPEGNO EFFICACE AL SERVIZIO DELLA VITA”

Mabayi (Burundi), dicembre 1969

Carissimi,

è già passato un anno!
E come il solito non pare vero. Abbiamo divorato uno dopo l’altro questi mesi del ’69, così densi di avvenimenti, e adesso ci troviamo un po’ « invecchiati ». Ma lo diciamo scherzando, perché invecchia solo chi vuole; solo chi rinuncia ad un impegno serio nella vita.
Per chi ha il cuore sveglio, gli anni che passano non sono una perdita che lascia la bocca amara; ma una conquista sudata giorno per giorno.
Ciascuno scoprendo in se stesso i segni della sua fatica, li osserva con una certa serena soddisfa-
zione: « Beh! almeno anche quest’anno ho fatto qualcosa! ».

Quanti di noi, amici del GAM, potranno dire la stessa cosa! Abbiamo incominciato insieme questo cammino fraterno e chi di noi ha saputo tenere il passo ora è contento. Niente di straordinario come avete potuto constatare. Un contatto discreto e spesse volte anonimo, tra voi già così impegnati nella vostra vita e un vostro amico alle frontiere della chiesa dove la testimonianza cristiana è soprattutto servizio e carità.
Credetelo, nonostante la gioia grande di servire il Signore, ci sono anche per noi dei momenti duri. Se noi missionari resistiamo allo scoraggiamento è anche merito vostro. Se andiamo avanti lo dobbiamo in parte a voi.
E’ con le vostre mani che alleviamo un poco la miseria che incontriamo.

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KIREHE
Forse 3 o 4 mila cristiani gravitano attorno a questa grossa succursale che già aspira a diventare
parrocchia indipendente. Nel mese di gennaio di quest’anno 1969 hanno terminato una bella chiesa; ma il pavimento è ancora di semplice terra battuta; banchi non ce ne sono; alle finestre mancano i vetri; in compenso c’è sempre «aria condizionata » e luce in abbondanza.
La gente di Kirehe si distingue per una certa buona volontà: hanno chiesto con insistenza le scuole per i bambini cristiani e sono pronti a lavorare sul serio. Il progetto già lo conoscete: quattro belle aule in muratura per decine e decine di ragazzi che, non avendo posto a scuola, per ora devono arrangiarsi alla meglio. A turni serrati studiano un po’ in chiesa e un po’ in una catapecchia di fango. Hanno tanta buona volontà, ma niente altro: né libri, né quaderni, né banchi, né alcuno dei trucchi pedagogici che ormai hanno invaso le scuole dei bianchi.

Qualcuno possiede una lavagnetta e un gessettino: è fortunato.
Ma in genere tutti imparano ascoltando il maestro e ripetendo, a voce alta, tante e tante volte quello che lui dice. E’ davvero un po’ poco!.
A Mabayi ogni anno circa 1400 ragazzi e ragazze restano esclusi dalle scuole elementari; se non facciamo noi qualcosa nessun altro ci penserà; tanto meno il governo.
Perciò abbiamo deciso di realizzare in pochi mesi, nei punti strategici della parrocchia, un primo gruppo di aule solide e belle.
Due sono quasi terminate.
Due sono alle fondamenta.
Quattro sorgeranno a Kirehe fra poco. Ogni aula, di metri 6×8, riusciremo a metterla in piedi con £. 750.000. Rimandiamo il problema dell’attrezzatura perché è troppo impegnativo per il momento.

Le costruzioni sono incominciate da 2 mesi; adesso cerchiamo chi si prende l’onore di pagare; non potevamo proprio aspettare più a lungo.
La nostra tattica però mette in causa anche la gente: se vogliono le scuole devono essere disposti a lavorare. Siamo ben convinti che non è donando ad occhi chiusi che si fa del bene ai Barundi.
Troppe cose, per noi essenziali, a loro non dicono ancora un bel nulla: casa solida, acqua corrente e pulita e pulita, luce, mobili, cibi scelti, libri etc. Per loro quello che importa è vivere; vivere giorno per giorno nel modo più comodo. Preoccuparsi del domani e della famiglia è già una faticaccia.

D’altra parte, se non possiamo imporre quello che essi non desiderano (non avrebbe senso), ci sforziamo però di risvegliare il loro interesse in tanti modi e di facilitare la loro collaborazione.
Per qualsiasi lavoro gli operai della Missione non si muovono se prima la gente non ha fatto la sua parte.
A Kirehe, ad esempio, ci vogliono 3.000 blocchi; cemento e operai li mandiamo noi; acqua e sabbia devono essere fornite dalla gente.
Hanno appena incominciato e ne avranno almeno per 2 mesi.
E’ una vera impresa di famiglia: tutti gli abitanti delle colline, a turno, prestano la loro opera sotto la guida del grande catechista Gabriele.
Per il costo generale delle quattro aule abbiamo previsto 3 milioni di lire italiane: materiale e mano d’opera, tutto compreso. Per l’attrezzatura vedremo in seguito.

So che il GAM può benissimo mettere la sua firma su un’opera del genere in pochi mesi. Con quello che già c’è in cassa e quello che regolarmente mi mandate, ancora un anno e tutto è a posto.
Per questo ho assicurato il Parroco, P. Mario: « Possiamo incominciare senza paura, il resto verrà sicuramente! ».

Coraggio dunque. Io non ho il minimo dubbio. Considero l’operazione Kirehe già quasi in porto, e vi terrò aggiornati se ci sono grosse novità.

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Innanzitutto Buon Natale. Ve lo meritate davvero.
Come il solito, i semplici e gli umili hanno battuto tutti i primati di generosità. Qualcuno poi ogni tanto, ha fatto dei recuperi geniali!
Siete proprio in gamba.
Quello che avete fatto quest’anno, vi ha certo convinto che, nella nostra vita, è possibile creare uno spazio per il Signore e per i nostri fratelli più sfortunati.
Fate in modo che Io SPRINT finale del ’69 sia formidabile.

Vi saluto tutti ad uno ad uno. Forza GAM! Ciao a tutti.
Vostro P. Gianni

Topics: '68 - '73 Burundi, Lettere Natale | No Comments »

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