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Mabayi (Burundi), Gennaio 1970

By admin | gennaio 1, 1970

G.A.M. ’12 “UN IMPEGNO EFFICACE AL SERVIZIO DELLA VITA”
Mabayi (Burundi), gennaio 1970

Carissimi,

Buon Anno!
Sono forse l’ultimo degli amici che vi arriva in casa con questo augurio, ma so bene che lo accetterete volentieri.
Spero che abbiate ricevuto in tempo anche quelli di Natale: quando arrivai a Bujumbura per spedirli, il 5 dicembre, l’aereo era già pronto al decollo sulla pista. L’Ufficio postale non accettava più la corrispondenza.
Non sapevo che fare.
Cominciavo a sudar freddo, quando ho visto una signora affrettarsi verso il corridoio di partenza: uno scatto, una strizzatina d’occhio (N.B. ero senza sottana), un sorriso, e la lettera finiva nella sua borsa.
Spero che non se la sia portata a spasso per l’Europa.

* * *

NATALE
Per noi Natale vuol dire soprattutto due cose: chiesa strapiena e incontro con i poveri.
Non c’è stata la Messa di mezzanotte.
E’ una cosa troppo complicata dato l’ambiente e le tradizioni del posto. Anzitutto le donne e le ragazze per bene non vanno in giro di notte per nessun motivo: sono un capitale troppo prezioso.
Per gli uomini, invece, c’è il rischio di arrivare a Messa già sbronzi di birra, e di finire la nottata con qualche rissa fuori programma.
Ma il giorno di Natale c’erano tutti.
Sono venuti a centinaia dagli angoli più lontani della missione, con il vestito più bello, molti chilometri nelle gambe e tanta fame nello stomaco: Hanno riempito la chiesa “all’africana” cioè “testa contro testa”, eppure la folla che straripava sul piazzale era ancora tanto numerosa.
Bisognerà provvedere per l’anno venturo.

* * *

Il Presepio, costruito nell’ala destra della chiesa, è riuscito bene, ma ha passato un brutto quarto d’ora.
Finite le cerimonie liturgiche i ragazzi e le ragazze sono partiti subito all’assalto, l’hanno circondato sempre più vicini, sempre più ammassati; è bastato essere assenti un attimo perché la barriera di banchi fosse travolta.
Non so se per vedere meglio il Bambino o per accarezzare le pecore che uscivano dal recinto o forse per prendere le misteriose lampadine: il fatto è che, rientrando in chiesa a dare un’occhiata ho trovato il Presepio invaso completamente da un branco di bambini: l’albero di banane che serviva da ornamento era caduto di traverso seppellendo la Capanna, una serie di lampadine fuori uso, qualche statua gambe all’aria… ma la gente non protestava, restava là, pacifica, cercando solo di vedere qualcosa fra le gambe di questi arditi.

* * *

Verso mezzogiorno, sotto un sole splendido, abbiamo festeggiato un bel gruppo di poveri della missione: 160 tra bambini, vedove e vecchietti scelti dai capi collina.
In loro onore si sono scatenati i danzatori Batwa (Pigmei) scesi apposta dalla montagna, e i tamburi hanno rullato fino a sera.
Come nostro regalo abbiamo scelto i vestiti più belli che avevamo in deposito: coperte, giacche e maglioni, camicie e « paletots ». E in più abbiamo ucciso un bel caprone e preparato tanta polenta e birra da far dimenticare loro la fame per un mese.

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LAVORI
II progetto per la scuola di Kirehe marcia bene.
Sono andato a visitare la valle dove la gente ha trovato la sabbia: una vera fortuna, proprio ai piedi della collina.
Un tempo il fiume era più grosso: e famoso per le sue pepite d’oro. Oggi c’è poco più di un ruscello che si sperde fra i canneti; ma i cercatori d’oro hanno lasciato grossi mucchi di ghiaia e di sabbia e gli uomini non hanno difficoltà a setacciare.
Tutti lavorano con impegno.
I blocchi pronti sono già 900, ne mancano ancora più di 2.000; ma i sacchi di cemento spariscono veloci e la « cassa » si svuota decisamente.
Come economo – cassiere devo tenere d’occhio anche questo punto importante; ma non ho dubbi: se voi manterrete il ritmo e l’impegno che vi è abituale entro la fine dell’anno tutto sarà fatto e pagato.
E’ il primo progetto che GAM ’12 sta realizzando: facciamoci onore; ce n’è tutta una lunga serie che attende ancora.

* * *

Come potete rendervi conto voi stessi, buona parte della « poesia africana » che mi aveva colpito al primo incontro con la gente e il paese, si è trasformata in qualcosa di più concreto: lavori, viaggi e ministero sacerdotale.
Le giornate si sono fatte corti e veloci rispetto a tutto quello che c’è da fare; oltre a mantenere gli impegni tradizionali di ogni missione: catecumenato, scuole, poveri, visite alle Comunità lontane, ci sono tante altre cose importanti da mandare avanti, affinché il lavoro non resti alla superficie.
Cerchiamo di fare meglio che possiamo.
Intanto noi continuiamo ancora, amichevolmente, il nostro cammino anche quest’anno; con la stessa fiducia con la quale abbiamo mosso i primi passi.

Nel nostro incontro mensile, abbiamo l’occasione di verificare la nostra buona volontà davanti al
Signore. Quanto facciamo è ben poca cosa; il mondo non s’accorge neppure del bene che si fa. Ma credetemi, il vostro impegno e la vostra preghiera non cadono nel vuoto.
Dalle lettere che ricevo, vengo a sapere che ci sono ammalati che hanno riscoperto il valore della loro sofferenza e vecchiette che ora si sentono meno sole; bambini che imparano a fare qualcosa che costa, mamme che pregano, seminaristi e Sacerdoti che riprendono ogni giorno, con nuovo sprint, il loro servizio verso il Signore.
E vi pare poco? Anche questo è merito vostro. C’è soprattutto, qui in Africa, un prete che si sforza di fare del bene sostenuto da ciascuno di voi!
Statemi bene. Forza GAM. Ciao a tutti.

P. Gianni

Topics: '68 - '73 Burundi | No Comments »

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